F F Tribuna Libera: Al fianco degli ultimi della terra

giovedì 19 novembre 2015

Al fianco degli ultimi della terra


Negli ultimi tempi, prima che al primo punto dell'ordine del giorno delle notizie sui media ci fosse il problema del terrorismo internazionale, uno degli argomenti più gettonati erano le controverse notizie riguardanti alcuni casi che avevano coinvolto esponenti della Chiesa Cattolica. Come è noto, anche tra gli Apostoli, più di 2mila anni fa,  c'era Giuda.  

In particolare la questione dei soldi, quello che Papa Francesco, ricorrendo ad una definizione risalente ai Padri della Chiesa ha definito "lo sterco del diavolo". La recente scoperta dell'uso disinvolto dell'8 per mille da parte di qualche membro della comunità ecclesiale italiana ha lasciato tracce di sdegno in  tanti di noi cattolici. 


Ma oggi non parliamo di questo, tutt'altro.




Perchè ci sono esperienze importanti e vitali che, anche grazie all'8 per mille alla Chiesa Cattolica, vedono la luce, nei punti più lontani e poveri del mondo. E ce ne parla il Corriere della Sera, in un reportage che vi invito a leggere.

"Se la piccola Merga Gelama tornerà un giorno a sorridere e giocare, il merito sarà tutto di una straordinaria équipe di medici e volontari italiani, e di un’Ong, il Cuamm di Padova, che col ricorso all’otto per mille, e a donazioni e finanziamenti da parte di privati, è riuscita a mettere in piedi un ospedale del cuore dell’Etiopia più arretrata. Una struttura, l’ospedale San Luca di Wolisso, che è stata realizzata nel 2000 con i fondi raccolti dalla Conferenza episcopale italiana (Cei) dai nostri contribuenti (due milioni di euro), e che fornisce oggi assistenza a oltre un milione di etiopi in tre distretti dell’Oromia, la regione a sud di Addis Abeba, grazie al sostegno fornito dalla Fondazione Cariplo e da altre tre fondazioni filantropiche (Compagnia Sanpaolo, Cariparo, Cariverona) a un programma sanitario gestito dal Cuamm in questo angolo rurale dell’Etiopia". 




Tra i medici che ci lavorano c'è la dott.ssa Eleonora Urso, una pediatra milanese responsabile del reparto infantile del San Luca che si è messa in aspettativa per un anno per accettare questa sfida in Etiopia. 







Nelle vene della dott.ssa Urso scorre sangue cegliese: il suo papà è infatti Cosimo Urso, nostro concittadino da anni residente a Milano con la sua famiglia, che abbiamo conosciuto e apprezzato, tra le altre cose, come curatore del libro "Storia dell'Opera Don Guanella", presentato a Ceglie lo scorso agosto.

Così racconta il suo lavoro, intervistata dal Corriere, la dott.ssa Urso:

"Arrivano vestiti di stracci, in condizioni igieniche disastrose, e con la pancia e le gambe gonfie. Hanno tutti i sintomi della malnutrizione: gonfiore, torpore, apatia, pelle che si squama, un sistema immunitario molto debole, perché mangiano solo kotcho, una farina piena di fibre ricavata dall’enset, un falso banano che riempie la pancia ma non ha nessuna proteina. Anche se non comunicano però», aggiunge, «i loro occhi dicono tutto. E i loro genitori, per riconoscenza, ti danno il cuore".





E anche noi cegliesi siamo orgogliosi e riconoscenti per questo suo grande gesto di amore e soldiarietà verso gli ultimi della terra. 



Al fianco degli ultimi della terra