F F Tribuna Libera: Donne candidate alle elezioni comunali

martedì 18 febbraio 2020

Donne candidate alle elezioni comunali









Ogni volta che parte una campagna elettorale amministrativa, in particolare nei Comuni più piccoli, inizia anche la proliferazione di liste di candidati consiglieri, in particolari di liste civiche. Questo perchè occorre che confluiscano sui candidati a sindaco quanti più voti possibili anche se la quasi totalità di questi candidati al Consiglio vedrà il seggio come un miraggio. Ce la faranno, quasi sempre, solo i "big". 


Bisogna ricordare, ad esempio, che in un Comune delle dimensioni dai 10mila ai 30mila abitanti, alla coalizione vincitrice spettano dieci seggi (da suddividere tra tutte le liste che sostengono il candidato sindaco vincitore) e alle opposizioni solo sei seggi da suddividere tra le liste di tutte le restanti coalizioni non vincitrici. 


Per tutti il momento più difficile per la creazione di queste liste è però trovare la disponibilità di candidature femminili: questo perchè la legge prevede che nelle liste dei candidati nessuno dei due sessi possa essere rappresentato in misura superiore a due terzi. 


Ciò significa che per ogni lista bisogna trovare almeno cinque candidate. In caso contrario, la lista non si può formare. 


Ecco quindi che la politica si scopre improvvisamente alla ricerca di impegno femminile (sempre la legge impone anche nelle future giunte la presenza di almeno 1/3 di donne).


A questo punto ci si potrebbe chiedere: come mai, visto che il numero delle candidature di donne è ogni volta comunque significativo e che il numero delle elettrici è spesso superiore a quella degli elettori uomini, nei Consigli comunali la presenza di donne consigliere è generalmente così bassa? 



La domanda diventa ancora più interessante poi alla luce del fatto che un'altra legge (la n. 215 del 2012) dà agli/alle elettori/elettrici la possibilità di esprimere una doppia preferenza nel voto al consigliere purché riguardanti candidati di sesso diverso: cioè se si vota un uomo e si vuole esprimere anche un'altra preferenza questa deve essere necessariamente verso una donna (e viceversa).









Come è possibile, quindi, che mettendo insieme tutti questi elementi, il risultato non sia dappertutto la presenza di tante donne nei Consigli comunali? Forse che la grandissima parte degli elettori ed elettrici preferisce votare più gli uomini che le donne? Non pensiamo. 




C'è un "giochino" tipicamente italiano che gli addetti ai lavori della politica conoscono ma forse la gran parte dei cittadini conosce meno. Premettiamo che ne parliamo a livello generale, dunque non pensiate che queste furbate le facciano nella nostra città, dove sicuramente non le fanno. Ne parliamo giusto per curiosità spicciola.


Per Ceglie bisognerà capire in un altro momento quale sia il motivo della decennale bassa percentuale di donne elette. Intanto vediamo cosa avviene spesso nel resto d'Italia, soprattutto nei piccoli Comuni.



Il trucchetto dei "furbacchioni"


Il "giochino" si basa sulla doppia preferenza di cui parlavamo prima. Spesso due candidati di una stessa lista (un uomo e una donna che chiameremo Maria e Antonio) decidono di correre in tandem, cioè Maria e Antonio chiederanno al proprio nucleo di elettori di votare per entrambi. 


Pertanto Maria chiederà agli elettori di votare per lei e, come seconda preferenza, per Antonio. Dall'altra parte Antonio farà lo stesso con i suoi interlocutori, chiedendo di votare Maria come seconda preferenza. 


In questo modo entrambi i candidati avranno reciproci vantaggi: aumentano la propria base di elettori e riducono le spese (stampando ad esempio insieme il materiale elettorale, come i santini e manifesti, o organizzando eventi elettorali comuni).



Ma cosa accade se Antonio, in maniera "infedele", non rispetta l'accordo e crea contemporaneamente altri tandem non dichiarati con altre candidate oltre che con Maria?




Accadrà che, mentre Antonio aumenterà notevolmente i propri voti (perchè più donne gli porteranno voti comuni), per Maria (rimasta sola) sarà quasi impossibile riuscire ad essere eletta all'interno della lista. Per cui un meccanismo nato per favorire la presenza delle donne in politica, paradossalmente e tristemente può diventare uno strumento per far verificare il contrario.





Come detto, ovviamente, parliamo del resto dell'Italia, dalle nostre parti questi giochetti complicati sappiamo che non li fanno. In ogni caso, la prudenza non è mai troppa. Se siete donna e volete candidarvi, state sempre con gli occhi aperti, non si sa mai, qualche furbetto può sempre esserci. Buona campagna elettorale.




Ci auguriamo che il prossimo Consiglio comunale sia pieno di donne che decidono di impegnarsi in politica, qualunque sia la loro idea.








Donne candidate alle elezioni comunali