F F Tribuna Libera: La Carluccio ha fatto Centro

lunedì 20 giugno 2016

La Carluccio ha fatto Centro







All’indomani dei ballottaggi per le amministrative si tirano i bilanci. Il Pd perde la guida della Capitale in favore dei Cinque Stelle che doppiano il buon Giachetti; vittoria grillina inattesa anche a Torino che vede sconfitto un personaggio storico del centrosinistra, una brava persona e un buon politico come Fassino; trionfo napoletano per De Magistris che vince contro tutti. Il centrosinistra tiene per un pelo Milano e si conferma nella “rossa” Bologna. Una ventata di novità richiesta dagli elettori ed una necessaria pausa di analisi che il governo Renzi dovrà approfondire. Ma non parliamo solo di questo oggi.

Perché non possiamo non soffermarci sul clamoroso risultato di Brindisi. Angela Carluccio, avvocato 43enne proposta da “Noi centro” di Massimo Ferrarese e vincitrice delle primarie superando il candidato proposto dai Conservatori e Riformisti all’interno di una grande coalizione di centro, è risultata scelta dagli elettori brindisini come nuovo sindaco del capoluogo.



(foto: BrindisiReport)




Oltre la destra e la sinistra

Un’alleanza coesa e nuova che, per la prima volta, ha scomposto il centrodestra e il centrosinistra per come li avevamo conosciuti fino a oggi facendo trovare unità a quel mondo centrista finora separato da un bipolarismo sempre meno stabile e sempre più in crisi. Un mondo che va dal movimento “Noi centro” di Ferrarese (che si è ormai lasciato alle spalle l’esperienza del Ncd) all’area moderata del Partito Democratico, passando per i Conservatori e Riformisti, parte dell’Udc e una serie di movimenti civici sempre di centro.  

Da Brindisi (ancora una volta “laboratorio”) riparte dunque una “voglia di centro”. Non tanto un luogo politico astratto ma un approccio politico concreto, come punto di riferimento di una politica basata sulla capacità di mediazione tra le spinte contrapposte interne alla società, come capacità di sintesi della complessità, come proposta politica moderata e riformista. Né di destra né di sinistra ma semplicemente di Centro.

Possiamo anche girarci intorno ma è innegabile che centrodestra e centrosinistra oggi, in Italia, non esistano più, perlomeno nella capacità di fare sintesi al loro interno. Non esiste più il centrodestra che, con la liquefazione di Forza Italia, vede ora come riferimento la xenofobia e i populismi leghisti con qualche appendice ex-An alla Meloni, e tutti gli altri a rimorchio.

Ma non esiste più neanche il centrosinistra delle origini, quello che aveva messo insieme le storie del riformismo cattolico, socialista e laico in una visione di società basata sul riformismo economico ma sempre con un occhio di attenzione interclassista ai ceti più deboli. Poi ci fu l’ “assassinio” politico di quella che era stata l’esperienza innovativa dell’Ulivo di Prodi da parte dello stesso centrosinistra; da quel momento cambiò tutto, nonostante il tentativo del primo Pd di rivitalizzare quella esperienza vincente e comunitaria.

Ben poco di quell’entusiasmo degli anni dell’Ulivo è rimasto nel nuovo Pd renziano (e infatti molti iscritti ed elettori sono andati via): in anni recenti abbiamo visto l’irrisione dei sindacati dei lavoratori, la non accettazione della critica interna e il continuo scontro fratricida, i “regali” alle banche, l’abolizione dei diritti dei lavoratori, il matrimonio di interesse con la più controversa ala dei “falchi” berlusconiani alla Verdini,  la trasformazione di una questione importante come la riforma della Costituzione – abbastanza pasticciata tra l’altro - in un plebiscito napoleonico sullo stesso Renzi (dopo che nel 2013 non si candidò neanche alla Camera), il considerare “vecchia” e secondaria tutta una storia politica (comprese le stesse radici da cui lui proviene) sulla base anagrafica (ma invecchierà anche lui). Una specie di riproposizione di quell’arroganza politica vista negli anni Novanta dall’altra parte.



Dalle macerie a una nuova proposta

Dunque tutto un mondo bipolare (pro e contro) nato intorno al fenomeno Berlusconi negli ultimi 20 anni, con l’uscita di scena di quest’ultimo viene messo fortemente in discussione. E non solo per il successo dei grillini, ormai terzo polo. Anche la parola “moderati”, fino a poco tempo fa monopolizzata dal ventennale centrodestra berlusconiano, può tornare ad assumere un significato diverso, comprendendo anche storie finora divise tra i due poli principali e che tornano a incontrarsi in nuove realtà. Di centro e di proposta.

Per questo credo che a chi in queste ore parla di vittoria di una sorta di "nuovo centrodestra" - basterebbe far riferimento alla presenza dell'ex presidente della provincia Michele Errico e alle tante personalità ex Pd per smentire - forse sfugge il vero significato di questo risultato elettorale brindisino. Sia a destra che a sinistra sono rimaste le macerie mentre è venuto fuori - e ha vinto - un nuovo percorso realmente moderato e civico, oltre la destra e la sinistra di oggi, che può dare voce ad un’area politica finora costretta ad andare a rimorchio di altre storie, a destra e a sinistra.

I vincitori potranno alimentare questa novità premiata agli elettori oppure scegliere di tornare a tutelare il proprio orticello di singolo partitino, rendendola vana e inutile. Staremo a vedere cosa accadrà.  






La Carluccio ha fatto Centro