F F Tribuna Libera: "Ma tu sei favorevole o contrario?"

mercoledì 26 ottobre 2016

"Ma tu sei favorevole o contrario?"



Parliamo di referendum costituzionale.


Alcune persone mi hanno chiesto in questi giorni: ma sul referendum il blog ha una posizione o no? E’ per il “si” o per il “no”? E’ per il cambiamento o per mantenere la situazione attuale? Sui social l'imminente referendum pare essere diventato il tormentone di tanti attivisti, meno dei cittadini senza "casacche" e non addetti ai lavori.

Intanto penso che, se bisogna cambiare, bisogna cambiare in meglio, non in peggio (naturalmente in base ai punti di vista di ognuno di noi). Se si peggiora, è sempre buono il cambiamento? 

Siamo chiamati come cittadini a esprimerci su questa riforma specifica, non su altre. Dunque parliamo di questa. Il primo argomento (affrontato anche nei commenti al post precedente) è quello dei costi del Senato. Con la riforma che prevede il passaggio alla non elettività del Senato si risparmierebbe, ci dicono.



Attenzione, però, a non confondere i costi della democrazia con gli sprechi. La democrazia, votare, far decidere ai cittadini ha dei costi. Le dittature, da questo punto di vista, costano di meno (non si vota mai e non bisogna organizzare elezioni). I “riformatori” dicono di avere come obiettivo il risparmio, in cambio della rinuncia da parte dei cittadini al proprio diritto di votare i senatori (che comunque ci saranno, con designazioni di secondo grado, e parteciperanno alla formazione delle leggi che governeranno il nostro Stato).

Il risparmio per questa rinuncia è intorno ai 50 milioni: diviso per 60 milioni di italiani, corrisponde all'incirca a un caffè all'anno a testa. Per un caffè all'anno che ci concedono, viene chiesto agli italiani di rinunciare ad eleggere direttamente i senatori, i propri rappresentanti, andandoli a prendere da sindaci e consiglieri regionali eletti per tutt'altre responsabilità. C’è chi pensa che il nostro diritto di elettorato attivo valga un po’ di più di un caffè all'anno. 





Resta poi il fatto che le spese legate al mantenimento del Senato comunque rimarranno e sono all'incirca 500 milioni di euro. A questo punto non sarebbe stato più coerente abolirlo del tutto il Senato e delegare la funzione legislativa a una Camera soltanto?

Per quel che mi riguarda, non faccio parte di comitati per il no né per il si. In questa legge ci sono criticità e spunti interessanti ma, purtroppo, dovremo votare sul complesso della legge. Diciamo che le intenzioni dichiarate possono anche essere apprezzabili, meno la realizzazione. Vedremo cosa deciderà il popolo italiano che, comunque, pare dai sondaggi (il 40% è al momento indifferente o indeciso se andare a votare) tuttaltro che appassionato a questo referendum, ritenendo più urgenti in questo momento altri temi dell'agenda politica.




 




Un'ultima considerazione. Credo che un buon metodo per valutare gli effetti della riforma costituzionale sia provare a immaginare che, passaata la riforma, a vincere le elezioni sia un partito e un leader che proprio non vorremmo guidasse il Paese e che questi dunque governi con i poteri previsti dalla nuova Costituzione. Ognuno può immaginare la situazione sulla base delle sue preferenze politiche.

Se, ciononostante, ci sentiamo comunque rassicurati all'idea, votiamo "si". Se la cosa un po' ci preoccupa (in particolare per l'accentramento del potere nelle mani del partito di maggioranza di volta in volta vincitore) o quanto meno ci lascia qualche perplessità, pensiamoci bene su cosa votare al referendum. I governi vanno e vengono, la Costituzione ha una durata decisamente maggiore. 
Solo questo.


Più tardi torneremo in qualche modo a parlare dell'argomento.





"Ma tu sei favorevole o contrario?"