Naturalmente la stampa oggi parla approfonditamente della vicenda avvenuta ieri nella nostra città: l’ordigno ritrovato (e fortunatamente non esploso) dinanzi ad un’attività commerciale a due passi da piazza Plebiscito.
(foto: BrindisiReport)
L’articolo di Piero Argentiero per
Nel mirino l’imprenditore Menga ma anche l’impegno dell’Aciam
UNA MICIDIALE BOMBA PER INTIMORIRE IMPRESARIO DELLE ONORANZE FUNEBRI
Solo per un caso non è esplosa: allarme criminalità
Trecento grammi di tritolo. Misto a bulloni di acciaio, compressi in un tubo di ferro, con innesco e miccia. Un ordigno molto potente collocato dinanzi alla porta di ingresso dell’agenzia di pompe funebri “Menga” di proprietà di Matteo Menga, situata nella centralissima via Francesco Argentieri, a pochi metri da largo Osanna che è il prolungamento della centralissima piazza Plebiscito. L’ordigno non è esploso. Non si sa se per puro caso o se si è trattato di una scelta degli attentatori.
Comunque sia il messaggio è arrivato. Un duplice messaggio: al titolare dell’agenzia di pompe funebri, che ai carabinieri avrebbe detto di non aver mai ricevuto richieste estorsive, e all’associazione antiracket Aciam che negli ultimi giorni è stata molto attiva nell’intraprendere iniziative per cercare di fermare l’escalation di criminalità che si sta verificando in questo centro. Proprio ieri mattina l’Aciam (il presidente Domenico Maggi e il vice Antonio Bellanova), il sindaco Luigi Caroli e il vicecomandante dei vigili Aldo Bellanova, sono stati ricevuti dal prefetto Prete. Un incontro programmato al quale, a quanto sembra, la malavita ha voluto rispondere con questo ordigno facendo capire che non si fa intimorire e tentando di creare qualche crepa nell’impegno anti-malavita che l’Aciam è riuscita a creare con l’Amministrazione.
L’ordigno è stato scoperto attorno alle 6 quando Matteo Menga è andato ad aprire la sua attività. Davanti all’ingresso c’era questo ordigno che per fortuna non è esploso altrimenti avrebbe provocato danni notevoli: la strada è stretta e l’onda d’urto non avrebbe trovato sfogo. Menga ha chiamato il 112 e sul posto è arrivata la pattuglia di carabinieri che fa servizio in paese durante le ore notturne. E’ stato bloccato il tratto di strada tra largo Osanna e via Argentieri e gli artificieri, giunti da Brindisi, hanno rimosso l’ordigno.”E’ un fatto grave che ci fa toccare con mano quanto grave sia la situazione a Ceglie – dice il presidente dell’Aciam Domenico Maggi – Siamo stati da Menga per testimoniare la nostra solidarietà e dargli il nostro sostegno. Noi saremo al suo fianco in qualsiasi momento”.
Le indagini. I carabinieri non si pronunciano. Per tutta la giornata il luogotenente Sante Convertini, comandante della stazione di Ceglie, e i suoi uomini hanno setacciato la città. La risposta dei carabinieri è energica. Ma occorre di più per dare una svolta alla situazione che si è venuta a creare in questo centro a partire da Natale scorso con l’omicidio di Giuseppe Gioia, e poi furti, rapine, aggressioni in casa a scopo di rapina e, per finire, questo ordigno. Occorre di più non da chi sta sul posto, che già fa tanto e di più non è umanamente possibile pretendere.
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E ieri, come già scritto, si è tenuto a Brindisi anche l’incontro tra associazione Anti-Racket, amministrazione comunale e Prefetto di Brindisi con all’ordine del giorno proprio la questione sicurezza a Ceglie. Sempre la Gazzetta ne traccia un resoconto.
L’incontro è durato un’ora ma non sembra che abbia soddisfatto coloro che lo avevano chiesto. L’ncontro è quello avuto ieri mattina dal presidente dell’Aciam di Ceglie Messapica, Domenico Maggi, dal vicepresidente Antonio Bellanova, dal presidente del Consiglio comunale Mario Annese, dal sindaco di Ceglie Luigi Caroli e dal vicecomandante dei vigili urbani Aldo Bellanova. Motivo dell’incontro: la situazione dell’ordine pubblico a Ceglie Messapica a seguito dei fatti criminosi verficatisi a partire da Natale: un omicidio, tanti furti, varie rapine, alcune con irruzione in abitazioni rurali e sequestro dei proprietari, e l’ordigno collocato l’altra notte dinanzi all’ingresso delle pompe funebri “Menga”.
I primi trenta minuti del vertice sono stati assorbiti dalla disamina degli episodi verificatisi nel corso dei mesi. Poi la delegazione di Ceglie ha tagliato corto: “Siamo allarmati, preoccupati e chiediamo interventi concreti che siano di supporto al lavoro che già fanno i carabinieri e i vigili urbani”. Il Prefetto è stato d’accordo ma ha parlato di “compatibilità con le necessità” e di “collaborazione dei cittadini”. Molto poco rispetto alle aspettative di un centro nel quale negli ultimi due mesi ci sono state ben tre irruzioni in villette situate in campagna, i cui abitanti sono stati sequestrati e costretti a consegnare ai banditi tutti i loro oggetti preziosi e il denaro.
Per vedere i due servizi video di Telebrindisi web tv sugli avvenimenti di ieri