Ricevo e pubblico con molto piacere. Due bellissime iniziative a cui va tutto il nostro apprezzamento.
Al termine di un
percorso interdisciplinare, dal titolo “Migranti”, che ha visto gli studenti
dell’ l’Istituto Tecnico Commerciale “C. Agostinelli” impegnati ad affrontare
il tema delle migrazioni nelle diverse discipline, si sono tenuti due incontri che hanno portato gli
allievi a riflettere e ad approfondire
il tema dell’immigrazione.
Venerdì 3 marzo si è tenuta presso la palestra dell’ITC “Cataldo Agostinelli”
l’incontro con alcuni ragazzi immigrati ospitati presso il centro di accoglienza di Villa Aurora di Ceglie Messapica e accompagnati dalla mediatrice culturale del
centro, la prof.ssa Rossella Gasparro.
L’iniziativa ha avuto come scopo quello di superare la paura dell’altro e del diverso e di
promuovere, invece, la cultura dell’accoglienza e dell’integrazione.
I ragazzi di Villa Aurora hanno raccontato le loro storie e il perché
del complesso viaggio verso il nostro Paese, emozionando tutti i presenti. Gli studenti hanno potuto rendersi conto di quanto
sia difficile lasciare la propria terra, la propria casa, i propri affetti, le
proprie abitudini per avventurarsi verso
l’ignoto e realizzare il sogno di una
vita migliore.
La prof.ssa Gasparro ha descritto quali sono le attività che
i ragazzi immigrati svolgono per intraprendere il processo di integrazione e ha
sottolineato come il centro di accoglienza di Villa Aurora sia uno dei più
efficienti e organizzati del territorio brindisino, grazie alla tenacia delle suore dell’ordine di Gesù Eucaristico, in
particolare di suor Tiziana, e di tutto
il personale.
Il confronto è stata l’occasione per abbattere i pregiudizi,
per saltare i muri dell’ignoranza e sensibilizzare i ragazzi a comprendere e a
riflettere che è possibile costruire una comunità basata sull’ accoglienza, lo
scambio e l’ arricchimento di valori perché al di là del colore della pelle,
degli usi e dei costumi esiste, come
diceva Einstein, “una sola razza, quella umana”.
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Inoltre, martedì, sempre all'Agostinelli, Cecilia Strada ha presentato agli studenti il suo libro "La guerra tra noi", dialogando con loro.
Immigrazione, armi, guerra,
silenzio militare, ma anche aiuto, collaborazione, senso di appartenenza:
queste le parole che hanno fatto da filo rosso nel dibattito tenutosi nella
mattinata del 20 marzo, tra gli studenti dell’Istituto Tecnico Economico di
Ceglie Messapica “C. Agostinelli” e Cecilia Strada, autrice del libro “La guerra tra noi”. Un’occasione unica,
questa, resa possibile anche grazie all’ausilio della cooperativa L’ALA di
Villa Castelli.
Tra il silenzio degli alunni e
qualche timida domanda iniziale si è sviluppato un lungo dibattito che ha
toccato terre lontane tra loro: da Genova e il suo G8 si è volati in Yemen, poi
in Australia con la sua politica antimigratoria del NoWAY e ancora in Eritrea,
in Iraq, Afganistan, fino ad arrivare in Italia. Denominatore comune una guerra che si gioca solo tra quelli che
l’autrice definisce “gli ultimi e i penultimi” del mondo.
“Una donna come tante”, avremmo
potuto dire guardandola avanzare tra gli studenti. Ma in realtà quella che gli
alunni hanno incontrato oggi è una donna che ha saputo declinare la straordinarietà
della sua vita in ordinarietà. A quanti le hanno chiesto le motivazioni che in
qualità di presidente di Emergency (e vari impegni a carattere internazionale) l’hanno
portata lì dove la sofferenza è fatta di braccia e gambe mutilate, di lotta quotidiana
per la sopravvivenza, lei ha risposto individuando il suo perché nella “banalità”
del bene.
Aiutare è normale, o almeno dovrebbe esserlo, perché è proprio
dell’uomo compiere gesti di altruismo verso chi è in difficoltà. Ma si è anche
sostenuta l’importanza della conoscenza. Finché quella sofferenza non avrà per
noi nome e cognome non impareremo mai veramente a farci carico di quel dolore,
perché anonimo. Finché non impareremo a
sentire il mondo come uno, come terra che non appartiene a me, a noi, finché
gli altri saranno i diversi, i lontani, allora il raggiungimento di una pace
sarà utopia lontana.
Grande, quindi, la lezione
impartita oggi ai ragazzi dell’ITC. Ciò che studenti e professori si portano
oggi a casa sta proprio in questo: ciascuno di noi può imparare a fare la sua
parte nel piccolo del suo “giardino”, cominciando ad estirpare le erbacce
dell’egoismo già tra i banchi di scuola, in famiglia, per strada con gli amici.
Questi i luoghi in cui cominciare a diffondere i semi del “NOI”.