* "stabilimento ospedaliero" fu la definizione data dall'allora Governatore regionale Fitto quando nell'estate 2002 venne ad annunciare a Ceglie, tra gli applausi della sala, la chiusura della gran parte dei reparti del nostro ospedale
Riporto l'articolo di BrindisiReport:
Riordino sanità pugliese, confermato taglio degli ospedali di Ceglie e Cisternino
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Di seguito il servizio del Trcb notizie andato in onda ieri
Un argomento su cui ci sarà sicuramente da discutere. Intanto è dura la reazione del Sindaco.
Ne parla il "Quotidiano".
Il primo cittadino di Ceglie, Luigi Caroli, è in contatto già da ieri con i sindaci dei comuni limitrofi per organizzare una imponente manifestazione contro la decisione della Giunta regionale di chiudere la struttura ospedaliera cegliese. E pensa di convocare subito il Consiglio comunale. Gli 80 posti letto disponibili verranno azzerati e ai cittadini resterà solo un Punto di 118, ovvero un punto di primo intervento territoriale, come quello già esistente. Il mese scorso si parlava di potenziamento e si garantivano i servizi essenziali. Lo smantellamento sembrava scongiurato.
Caroli grida ancora al sopruso e annuncia: "Con altri comuni stiamo organizzando il da farsi e si pensa ad una manifestazione che dia forza alle nostre dichiarazioni. Spero di poter convocare al più presto un consiglio comunale. E' scorretto decidere di chiudere l'ospedale senza che ci sia uno straccio di comunicazione ufficiale da parte della Regione. Tutte le informazioni arrivano "per sentito dire".
Ieri mattina Caroli si è sentito anche con il manager dell'Asl Br1, Rodolfo Rollo. "Senza servizi - ribadisce - non pagheremo le tasse. Che senso ha pagare per non avere nulla. Spero che Vendola abbia il coraggio di venire a Ceglie e spiegare il perchè della chiusura, visto che anni fa aveva promesso che mai avrebbe chiuso l'ospedale"
Continueremo a parlare e approfondire l'argomento. Intanto continuiamo a porci le domande del post di ieri. Perchè non viene detta una parola sul fatto che questo Piano di rientro (con i relativi tagli) è stato imposto dal Governo nazionale alla nostra regione che avrebbe comunque le risorse per rientrare nel deficit?
La regione infatti non può usare quelle risorse perché, in tal caso, sforerebbe il Patto di stabilità. L’unica strada obbligata è dunque quella di tagliare i servizi, per mantenere l’equilibrio finanziario. Un meccanismo paradossale che ricade sulle spalle dei cittadini. Forse un po' di flessibilità (così come ampiamente dimostrata da questo governo riguardo ai condoni fiscali e quant'altro) sarebbe opportuna almeno quando si parla di risorse che comunque ci sono e si parla di diritti fondamentali dei cittadini.