Ce ne parla la Gazzetta del Mezzogiorno oggi in edicola:
ZONA
2^ PEEP: VERGOGNA CITTADINA
Regnano
degrado e abbandono
“Chiediamo
che si provveda al più presto a sanare una situazione disagevole,
ormai decennale, nella zona 2^ PEEP di Ceglie Messapica”. A parlare
è un gruppo di residenti dell'area che si estende da via G. Chirico
(alle spalle del supermercato Dok) fino ad abbracciare parte
della zona popolare 167. I cittadini, infatti, lamentano da tempo uno
stato di abbandono e chiedono maggiori attenzioni al Comune.
“Nello
specifico – dichiarano – vorremmo che si risanassero e
bonificassero le aree di proprietà del Comune, con la realizzazione
di giardini pubblici e il rivestimento delle varie pareti in cemento
a similitudine di quanto già fatto per la restante zona 2 “Peep”.
“Inoltre – sottolineano – è del tutto inesistente la
segnaletica stradale orizzontale e verticale in un quartiere che è
uno dei più popolosi”.
Ma
i disagi riguardano anche la presenza di numerosi cantieri edili
aperti ed abbandonati da anni. “Siamo costretti a vivere – dicono
– a fianco a questi 'scheletri' di cemento e mattoni pericolosi per
i nostri figli e il propagarsi di ratti e di polveri ed ancora più
pericoloso di ciò – precisano – è il muraglione che si protrae
per tutta via Chirico, sul quale è urgente un intervento urgente di
messa in sicurezza a causa delle numerose cadute di pietre”.
Inoltre, sollecitano anche la pulizia delle varie strade del
circondario, così come previsto nelle altre aree comunali. Al
riguardo, proprio nei giorni scorsi, alcuni dei residenti hanno
incontrati il primo cittadino, Luigi Caroli, che, ascoltate le
situazioni critiche esposte, si è reso disponibile a risolvere
presenti i disagi nella zona.
Intanto
i residenti si riuniranno domani pomeriggio, alle ore 16, presso la
piazzetta sita in via Rocco Antelmy, retrostante il supermercato Dok,
per una raccolta di firme al fine di presentare al Sindaco e al
Consiglio comunale, una petizione per far capire che la città “non
finisce prima di via Emilio Notte ma che esistono anche altre zone
abitate da cittadini che hanno gli stessi diritti degli altri”.