Sul Quotidiano in edicola questa
mattina, Maria Gioia ci racconta l’odissea di una bambina con disabilità che
frequenta una scuola elementare a Ceglie. Ecco l'articolo:
“MIA FIGLIA A SCUOLA SENZA NESSUN AIUTO”
La denuncia di una
mamma: “Serve assistenza qualificata”.
“Dall’inizio della scuola per mia
figlia disabile non c’è assistenza socio-sanitaria. Ho contattato vari Enti, ma
nessuno interviene. Posso sapere a chi devo rivolgermi per risolvere un
problema che le provoca seri disagi?”. Questo lo sfogo della mamma di una
bambina che frequenta la quarta classe a tempo pieno del primo comprensivo
della scuola primaria (ex primo circolo “De Amicis”) a Ceglie Messapica. La donna,
mediante il supporto della scuola, ha contattato il Comune e l’Ambito
territoriale di Francavilla Fontana oltre ad aver partecipato a luglio ad un
incontro presso il centro Niat (Servizio di Neuropsichiatria dell’infanzia e
dell’adolescenza) sempre a Francavilla, in occasione del quale il
rappresentante che gestisce l’assistenza a scuola aveva garantito il servizio
per il nuovo anno scolastico.
Dal 17 settembre scorso, con la
ripresa delle lezioni, la piccola scolara non ha più a disposizione
professionisti che l’aiutino, ad esempio, in bagno o durante il pranzo. La scuola
si arrangia come meglio può: personale docente e non ogni giorno si prodiga per
offrire sostegno alla bambina e cercare il più possibile di non farle avvertire
il disagio. Nonostante lo sforzo di tutti, la bambina sente che c’è qualcosa
che non va e cerca molto spesso i scoprire la verità, parlandone con i
genitori. A questo punto, l’unico modo per aiutare la piccola è fornirle un’assistenza
qualificata e specifica, che sappia come intervenire.
“Ci sono bidelli e maestre –
spiega la mamma – che sono vicini a ia figlia e cercano di non farle sentire il
peso di questa situazione. La nostra famiglia e la scuola non affrontano l’argomento
in sua presenza, per non causarle sofferenza, ma lei è molto sensibile: si
chiede il motivo dell’assenza di un’assistente che sia sempre la stessa e punto
di riferimento per la costruzione di un rapporto di fiducia. Mia figlia non
dorme più la notte ed è sempre agitata. Ha bisogno con urgenza di un’assistente
per l’igiene che sia presente nei momenti di necessità. Ripeto, la scuola cerca
di risolvere il problema con l’aiuto di personale docente e non, a
disposizione, che però non è giuridicamente abilitato ad assolvere questo tipo
di incombenze”.
Anche la giovane mamma e suo
marito fanno di tutto per stare accanto alla loro bambina e permetterle di
frequentare la scuola proprio come tutti i suoi coetanei: “io e mio marito
spesso siamo costretti a intervenire durante il pranzo in refettorio. Ma è
possibile che nessuno possa garantire alla mia bambina quello che per lei è un
diritto?”. La donna ammette di aver ricevuto notizie confortanti, promesse che
non bastano: “Negli ultimi giorni ho ricevuto rassicurazioni da parte di
rappresentanti dell’Ambito territoriale competente, i quali hanno garantito che
per l’8 ottobre avrebbero provveduto a risolvere il problema. La mia bambina ha
bisogno di sostegno dal primo all’ultimo giorno di scuola”.
Ci auguriamo anche noi che quanto prima a questa bambina vengano riconosciuti i suoi diritti.