Come ogni anno, domani (domenica) si svolgerà nel centro storico di Ceglie, precisamente in largo Ognissanti, la festa di Sant'Antonio Abate, giunta alla quinta edizione e organizzata dall'associazione "Amici del Borgo Antico". Doveva svolgersi domenica scorsa ma era stata rinviata a causa del maltempo.
La mattina alle ore 11 ci sarà la benedizione degli animali mentre alle 18 inizierà la "sagra del maiale" con la degustazione di carne e zuppe di maiale.
Potremmo dire che, per i maialini, la mattina più che una benedizione ci sarà un'estrema unzione...
Battute a parte, La carne comunque è buona.
Fateci un salto se potete.
Sempre a proposito della Festa e della sua storia, ricevo da Maurizio Semeraro, presidente dell'associazione "Amici del Borgo Antico" e pubblico:
Dal 2009 a Ceglie Messapica, l'Associazione "Amici del borgo antico" ha riscoperto dopo secoli di oblio e organizza in via Vitale e Largo Ognissanti la festa di Sant'Antonio Abate in Valle d'Itria "Sagra del maiale", con la benedizione degli animali, l'accensione dei falò e la degustazione di prodotti locali.
Partito il conto alla rovescia in vista della invernale festa di Sant'Antonio Abate, amata dai cegliesi e dai tanti turisti provenienti dai paesi vicini. Un momento di incontro della comunità cittadina che ritrova nella festa organizzata dalla locale Associazione, con il patrocinio del Comune di Ceglie Messapica, la tradizione e le origini di un rito che si era perso da secoli.
Una riscoperta con riti suggestivi, che trova il culmine nell'accensione del falò in via Vitale e in Largo Ognissanti.
Rituali che nascono dalle tante leggende legate al Santo, una delle quali vuole che Sant'Antonio Abate si recasse all'inferno per contendere al demonio le anime dei peccatori, un Santo, quindi, capace di dominare il fuoco e di curare le malattie e gli eritemi della pelle.
Tra sacro e profano, tra storia e mito la 5 edizione si svolgerà domenica 19 gennaio 2014 e sicuramente richiamerà molti cegliesi e tanti cittadini provenienti dalle città vicine. L'Associazione anche quest'anno si augura che il fuoco e la musica popolare con il Gruppo Antico di Villa Castelli, che ha partecipato alla Notte della Taranta, riscaldi il cuore dei visitatori nella gelida serata.
Sarà anche il segnale d'inizio della festa di Carnevale e sarà rinnovato il patto con Sant'Antonio Abate a cui si chiederà, sembra un paradosso, di proteggere gli animali. A Ceglie Messapica, come in molte altre regioni italiane questa festa si confonde con la fede e nei labili confini di antichi riti pagani, il risultato: qualcosa di unico.
Il 17 gennaio, festa del Santo protettore di tutti gli animali da cortile, era l'occasione per i contadini cegliesi per farli benedire, nelle vicinanze della chiesa dedicata al Santo, ubicata nel centro storico a ridosso della porta medievale detta della Porticella con l'accensione dei fuochi, retaggio, forse, delle feste del fuoco purificatore dell'antichità romana. Furono quasi sicuramente gli umili braccianti e contadini, ad eleggerlo tale perché vegliasse su ciò che avevano di più prezioso: il loro bestiame.
Ceglie Messapica antico paese di origini agricole, lo amava e lo ama ancora oggi e lo ricorda con un rituale tramandato da secoli.
L'origine di questa festa nella città messapica è da ricercarsi anche nelle miracolose guarigioni che si manifestavano durante le numerose epidemie che infestavano il territorio e la gente chiedeva grazie al Santo soprattutto per guarire quanti erano afflitti dall'Herpes Zoster, conosciuto anche come "fuoco di Sant'Antonio".Tutti coloro che hanno a che fare con questo male venivano, e lo sono tutt'ora, posti sotto la sua divina protezione.
Un altra antica leggenda locale racconta che Sant'Antonio Abate, Sandanduene, apparve all'ingresso della porta medievale, detta la Porticella, per fronteggiare gli invasori, che volevano occupare la città, bloccati all'ingresso della Terra da palle di fuoco lanciate dal Santo. Per ringraziarlo del miracolo compiuto i cegliesi sacrificavano animali, in particolare i maiali e organizzavano pranzi e balli all'aperto e mentre il fuoco consumava la legna, i più giovani gettavano nel fuoco le richieste d'amore scritte al santo, affinché venissero esaudite.
Giovani e anziani, uomini e donne, mamme e bambini, tutti la sera di domenica prossima 19 gennaio si incanteranno davanti alle bollenti fiamme del falò e insieme al fuoco e all'enorme graticola, chili e chili di salsicce e carne, una gustosa zuppa di maiale e un buon bicchiere di vino aiuteranno i tanti visitatori a mitigare la fredda serata.
Qui sotto potete riascoltare il canto popolare "Sant'Antonio", dedicato appunto a Sant'Antonio Abate.
Questa versione è eseguita da Giuseppe Gioia e gli Apulia Ensemble,
con l'esibizione del m° Lello Lacenere al violino, ed è stata registrata qualche anno fa proprio in piazza Sant'Antonio a Ceglie.