L'amico
Stefano Nacci segnala ai blog una lettera aperta (pubblicata a
commento sulla pagina FB del Comune) scritta da una donna inglese che
qualche anno fa, insieme alla sua famiglia, si è trasferita in una casa di campagna della nostra
Ceglie.
Nel
2005 avevano comprato un trullo e una lamia in cattivo stato che nei tre
anni avevano restaurato, iniziando ad amare insieme ai tre loro figli
la nostra terra. Nel 2010, dopo una cura a base di chemioterapia e
radioterapia, la signora aveva deciso di trascorrere la convalescenza
nella sua casa in Puglia, a Ceglie. All'arrivo, lo scorso ottobre, la
coppia aveva però trovato la casa svaligiata, tanti oggetti a cui erano
legati portati via da ignoti.
Mancavano elettrodomestici, mobili
anche oggetti dei loro bambini. C'è l'assicurazione ma la polizza da
pagare, dopo questo furto, conseguentemente salirà. Questa la
conclusione: “Per favore, riflettete: Noi non siamo inglesi ricchi
con soldi da buttare, lavoriamo sodo, abbiamo anche problemi come
tutti gli altri. Amiamo Ceglie e vogliamo condividere la sua bellezza
con gli altri”.
E'
una lettera che fa male a una città che ha da sempre fatto
dell'accoglienza uno dei suoi tratti più caratteristici. Bisogna fare di tutto per garantire la sicurezza dei cittadini e delle persone che hanno scelto la nostra terra. E' un dovere.
Signora Liz, siamo dispiaciuti di quanto è successo.