Ricevo e pubblico la lettera di una mamma di una bambina che ha partecipato come candidata al Consiglio comunale dei ragazzi di Ceglie, in riferimento alle recenti polemiche politiche sulle attribuzioni del merito dell'iniziativa.
"Leggo, con non poca
amarezza, l’articolo apparso oggi, 5 marzo, sul Quotidiano di Brindisi in cui
si disputa tra amministratori locali cegliesi
circa “la presunta paternità “ del neonato Consiglio Comunale dei Ragazzi e delle
Ragazze (le elezioni si sono concluse appena una settimana fa). Scrivo in
quanto mamma di un’alunna che ha
partecipato all’elezione del CCR, come candidata e come elettrice, e in quanto
docente (lavoro in un Istituto Comprensivo di un’altra provincia) che da anni
segue personalmente il progetto CCR della scuola di appartenenza ( a questo proposito
vorrei specificare che pur lavorando da anni a questo progetto, non ho mai
saputo chi materialmente, negli anni precedenti
e nelle due amministrazioni
addietro, abbia messo mano al tanto conteso Regolamento di cui si parla
nell’articolo in questione, anche perché è soggetto a continue modifiche).
Vorrei qui ricordare agli amministratori e a chi
legge che il CCR nasce dalla Legge 285/97 e, in
particolare, nel manuale esplicativo e
attuativo di questa legge , a pag 47 si legge quanto segue: “I
consigli dei ragazzi, che possono operare a livello comunale, di circoscrizione
o di quartiere, rappresentano un'innovativa modalità di partecipazione dei
ragazzi alla vita della collettività sociale in cui vivono, permettendogli di
contribuire alle scelte e alle decisioni dalle quali finora sono stati esclusi. I consigli dei
ragazzi costituiscono una modalità educativa che permette ai ragazzi di
confrontarsi, di gestire la conflittualità nella ricerca di soluzioni che non
soddisfino le esigenze dei singoli ma quelle di tutta la collettività di cui si
è parte, rendendo in tal modo effettiva la pratica della partecipazione
attraverso l'espressione
delle proprie idee, esigenze e dei propri desideri, nell'esercizio consapevole dei propri
diritti.”
Ora vorrei sapere se questa contesa paternità su chi abbia
scritto il Regolamento del CCR sia un esempio
educativo per i ragazzi che si stanno affacciando a quello che rappresenta
un primo loro personale esercizio di democrazia e di partecipazione; mi chiedo se davvero questi amministratori in
contesa possano essere d’esempio su ciò che significa lavorare per il bene
comune, a cui ognuno dovrebbe mettere
mano non per i propri onori ma per
un interesse collettivo e plurale.
Ancora a pag 47 , il manuale recita così : “La nascita di un consiglio dei ragazzi si sviluppa all'interno di un
sistema di progettualità alla cui definizione contribuiscono l'amministrazione
comunale, la scuola, i genitori e le agenzie educative territoriali, soggetti
che responsabilmente garantiscono la possibilità di realizzare una vera
partecipazione dei ragazzi, attraverso la consapevole considerazione nei
confronti di questa esperienza”: E’
questa contesa un sistema responsabile di progettualità?
E’ educativo e
responsabile dire che “ il centro destra , ora all’opposizione, garantisce la
massima disponibilità al nuovo consiglio comunale dei ragazzi” ? Credo che il
referente del Consiglio Comunale dei Ragazzi e delle Ragazze non debba essere
un solo partito ma bensì l’intero Consiglio Comunale e l’intera Amministrazione
Comunale, nella persona del sindaco o di chi ne fa le veci, poiché questa è la
rappresentanza istituzionale.
Vorrei invitare invece gli
amministratori a superare e mettere fine a queste “strane” contese e ad avere il
coraggio di insegnare la bellezza della
Politica a questi ragazzi che si stanno affacciando con maturità a
questa sfera della partecipazione collettiva e vorrei che anche la scuola si
schierasse dalla parte dei ragazzi che hanno partecipato attivamente a tutto il
percorso insieme al lavoro certosino e responsabile di tutti i docenti
chiedendo con forza la fine di questa contesa e riportando il tutto al giusto e
responsabile valore del progetto che è innanzitutto un percorso di legalità e
di corresponsabilità . Sarebbe bello riappropriarsi tutti insieme, adulti, cittadini, scuola,
famiglie, amministratori del sapore del bene comune, della giustizia, del senso
del rispetto, anche critico, dello Stato,
della solidarietà. …Forse solo così saremo adulti credibili".