Ricevo e pubblico un intervento dell'avv. Vincenzo Vitale,
responsabile Codacons per la provincia di Brindisi.
Il Codacons : prima di sottoscrivere il “piano di rientro”
è necessario analizzare il rapporto bancario.
Le ragioni della crisi delle piccole aziende possono essere molteplici (assenza di innovazione, aumento della concorrenza nel proprio settore, produzione industriale in calo, andamento negativo della domanda interna, riduzione del credito, ecc), ma quasi sempre la crisi sfocia in una crisi finanziaria, evidente e chiara quando l'imprenditore sarà impossibilitato a rientrare nei limiti dell'affidamento e/o a pagare le rate dei finanziamenti bancari. La preoccupazione incomincia a farsi strada e si cerca la soluzione chiedendo alla banca l'allungamento del mutuo o, nell'ipotesi di apertura di credito in conto corrente, di poter rientrare gradualmente, con il versamento di rate mensili.
L'accordo per la ristrutturazione del debito è una scelta giusta che consentirà all'azienda di avere ancora il necessario “ossigeno” per continuare l'attività con meno preoccupazioni.
Pur tuttavia, molte di queste aziende hanno ristrutturato i loro precedenti debiti nei confronti delle banche senza alcuna consapevolezza dei vizi dei loro contratti (usura, anatocismo, commissioni, spese e oneri non dovuti) e, peraltro, lo hanno fatto assumendo un nuovo debito con la costituzione di garanzie (fideiussioni, ipoteca) che la banca prima non aveva.
In numerosissimi casi esaminati dal Codacons, attraverso un'analisi dettagliata dei conto correnti o degli altri rapporti bancari (mutui, prestiti personali, …), è emerso che gli utenti avevano diritto alla restituzione di somme ingenti e che se ne fossero stati a conoscenza non avrebbero affatto concordato con la banche “il rientro” e, soprattutto, non lo avrebbero fatto a quelle condizioni.
Infatti, in un caso, un piccolo imprenditore era felice di avere concordato l'estinzione del rapporto di conto corrente con un versamento di €.7.000,00 a fronte di un saldo passivo di circa 18.000, 00; lo è stato un po' meno quando, a seguito dell'analisi del conto corrente effettuato dall'Associazione, ha scoperto che era lui ad essere creditore della banca di circa 25.000,00.
Un'altro utente “fai da te” ha stipulato un nuovo mutuo per estinguerne due precedenti per i quali si era attardato nel pagamento delle rate, senza sapere che uno dei due precedenti mutui era usurario e che, quindi, non solo non avrebbe dovuto più pagare le ultime rate, ma aveva diritto anche alla restituzione degli interessi pagati.
Il consiglio del Codacons Brindisi, afferma l'avv. Vincenzo Vitale, responsabile della locale associazione, è dunque quello di far esaminare il rapporto bancario prima di sottoscrivere il “piano di rientro” e cioè, normalmente, prima di contrarre un nuovo prestito (magari garantito da ipoteca) per estinguere un precedente debito.
Un'analisi dettagliata dei rapporti bancari può essere per l'utente bancario strumento utili a cogliere per tempo segnali di difficoltà e quindi ad anticipare una situazione di crisi.
Infatti, solo con la piena consapevolezza dei propri diritti, il piccolo imprenditore o il consumatore sarà in grado di individuare le operazioni di “rientro” meritevoli di essere concordate con la banca ed evitare che la “medicina” sia peggiore della malattia.
Per maggiori informazioni l'Associazione potrà essere contattata al seguente numero telefonico: 0831/388332
avv. Vincenzo Vitale