Poco più di due mesi fa pezzi di amianto caddero al suolo dall'ex "cinema nuovo", sbriciolandosi.
Sull'argomento è intervenuto il dott. Cosimo Caforio che, oltre a far parte del Comitato per la Trasparenza degli atti amministrativi, è Farmacista di reparto presso l'U.O. di Oncologia Medica & Breast Unit presso l'Ospedale "Perrino" di Brindisi.
AMIANTO, AMBIENTE & SALUTE
Sulle pagine del “Piano Regionale definitivo di protezione dell’ambiente, decontaminazione, smaltimento e bonifica ai fini della difesa dai pericoli derivanti dall’amianto in Puglia” (pubblicato nel mese di febbraio 2015), si legge che “… non esistono le condizioni tecnico-scientifiche per attuare programmi di screening attivi volti ad effettuare una utile diagnosi precoce per mesotelioma e tumore polmonare, mentre per l’asbestosi la diagnosi precoce è possibile, seppure di limitata utilità (Merler, 2006). L’amianto, comunque, costituirà un problema ancora per lungo tempo: alcune stime previsionali, infatti, fanno presagire un picco di incidenza e di mortalità atteso per il 2015-2020 quando per i lavoratori nati fra il 1940 e il 1950 ed esposti all’amianto intorno agli anni ‘80, sarà trascorso il periodo di latenza e avranno raggiunto l’età per l’incidenza del mesotelioma.”.
Successivamente è scritto chiaramente che “… appare strategico determinare una progressiva crescita della coscienza ambientale nella cittadinanza chiamandola a diventare parte integrante del Piano ai fini di consolidare una opportuna conoscenza del problema amianto favorendo e promuovendo atteggiamenti corretti e sostenibili sia con riferimento alle rimozioni e trattamenti che con riferimento agli smaltimenti. I cittadini, attraverso un’opportuna azione d’informazione e sensibilizzazione diventano essi stessi controllori dello stato di degrado dei manufatti di cemento amianto (coperture, canne fumarie, serbatoi), di manufatti in amianto all’interno di edifici aperti al pubblico, di abbandoni, di smaltimenti illeciti, etc. “, “…con particolare riferimento alle attività di mappatura e censimento, oltre che di monitoraggio sociale della realizzazione dei relativi interventi;”
Nessuna meraviglia, nessun “velo del tempio squarciato”, dunque, se anche i cittadini di Ceglie Messapica, chiedono di prendere coscienza della situazione relativa all’ex Cinema-Teatro Argentieri ed all’ex Cinema Torroni, stabili contenenti amianto ed in evidente stato di degrado ed abbandono (vedi crolli recenti).
La decisione di rimuovere l’amianto può nascere sia da scelte autonome da parte dei proprietari degli edifici (es. per la necessità di procedere ad interventi di ristrutturazione) che da situazioni di pericolo (come nel caso di concentrazioni di fibre aerodisperse all’interno ed all’esterno dei locali).
Nel caso delle bonifiche la rimozione dell’amianto non è, purtroppo, una scelta né obbligata, né facile; sicuramente costituisce una operazione ad alto rischio che, se condotta senza sufficienti accorgimenti, può determinare un inquinamento maggiore di quello preesistente.
Per rimuovere o meno del materiale contenente amianto presente in un edificio si deve tenere presente la Legge N.257/92 (“Norme relative alla cessazione dell’impiego dell’amianto”).
La legge prevede un censimento obbligatorio soltanto per l’amianto libero o in matrice friabile realizzato secondo la procedura indicata nell’art. 12, comma 5, della Legge 257/92. Tale comma afferma che presso le Unità Sanitarie Locali è istituito un registro nel quale è indicata la localizzazione dell’amianto floccato o in matrice friabile presente negli edifici. I proprietari degli immobili devono comunicare alle Unità Sanitarie Locali i dati relativi alla presenza di materiali o prodotti contenenti amianto libero o in matrice friabile ed in particolare:
1) dati relativi al proprietario dell’edificio;
2) dati relativi all’edificio;
3) dati relativi ai materiali contenenti amianto.
È opportuno rimarcare che, il sindaco di un comune, massima autorità sanitaria locale, può obbligare, in casi particolari, il proprietario di un edificio a bonificarlo dall’amianto. Al sindaco compete, infatti, l’emanazione di provvedimenti contingibili e urgenti in materia d’igiene e sanità pubblica. In questi casi, il primo cittadino, può avvalersi degli organi tecnici dell’Azienda Sanitaria Locale e/o di quelli dell’ARPA. Ove il Sindaco non provveda, o nei casi in cui sia interessato un ambito sovracomunale, provvede il Presidente della Regione con propria ordinanza o mediante la nomina di un commissario ad acta.
La “condicio sine qua non” è eseguire prima di ogni altro intervento la valutazione del rischio. Se da questa valutazione emerge che vi è un rischio concreto per la salute dei cittadini allora la bonifica è obbligatoria (bonifica che potrà consistere nella rimozione, incapsulamento o confinamento dell’amianto). Si fa presente che, il D.P.R. 8 agosto 1994 all'articolo 12 ha puntualizzato che per gli edifici pubblici, per i locali aperti al pubblico o di utilizzazione collettiva e per i blocchi di appartamenti, il censimento ha carattere obbligatorio e vincolante.
Senza inutili e sterili polemiche e senza asprezza alcuna, vengono spontanee semplici domande:
1. Chi di dovere ha fatto comunicazione alla ASL? (comma 5 articolo 12 della legge 257/92)?
2. È stata predisposta una ispezione, almeno annuale, da personale in grado di valutare le condizioni dei materiali?
3. È stato effettuato un dettagliato rapporto con relativa documentazione fotografica da trasmettere alla ASL competente?
4. Si è tenuto presente che le fibre di amianto friabile possono essere trasportate anche a notevole distanza dalla sorgente inquinante e rilasciate all’esterno si disperdono e si diluiscono in enormi volumi d’aria, in funzione dell’andamento locale dei venti?
Alla luce di quanto esposto, il costo della bonifica e i necessari tempi tecnici non possono e non devono essere un fattore deterrente che eviti di agire concretamente. Una gestione oculata della Cosa Pubblica dovrebbe, obbligatoriamente, dare priorità alla difesa della salute.
Dr. Cosimo Caforio
Farmacista di reparto presso
U.O. di Oncologia Medica & Breast Unit Ospedale Perrino, Brindisi
E intanto cittadini cegliesi lanciano una petizione al Sindaco,
affinchè il Comune faccia rimuovere quell'amianto.
Ne parla Adele Galetta sulla Gazzetta del Mezzogiorno.