F F Tribuna Libera: Quando eravamo "maggioritari"

giovedì 2 febbraio 2017

Quando eravamo "maggioritari"





Dunque alle prossime elezioni politiche quasi sicuramente voteremo col proporzionale.  Il premio di maggioranza alla lista che avrà ottenuto da sola da solo il 40% resterà verosimilmente una chimera: ogni partito andrà da solo e, solo una volta in Parlamento, si decideranno le alleanze. 

"Ma che ci frega della legge elettorale - dirà qualcuno - quando i problemi di noi italiani sono altri?". Non è proprio così, perchè il modo in cui si eleggono i parlamentari (e dunque maggioranze che possono decidere in maniera diversa le politiche per i cittadini e anche per i loro problemi) cambia notevolmente con un sistema e con un altro. 





Continuo a essere convinto che il sistema migliore resti quello uninominale maggioritario, come è stato fino al 2005 (seppur con una quota minima di proporzionale per dare "diritto di tribuna" a partiti e movimenti più piccoli). E' vero che anche prima c'erano alleanze spesso eterogenee (e che hanno causato la fine di alcuni governi) ma perlomeno queste alleanze venivano scelte dagli elettori, direttamente. Prima, non dopo. 

E, se un parlamentare "cambiava casacca", la volta successiva doveva ripresentarsi nel collegio e giustificare la scelta chiedendo nuovamente il voto. Alla fine quindi decideva sempre l'elettore e i voti dovevano essere conquistati uno per uno in ogni collegio, con un rapporto più diretto tra candidato ed elettori.

Nel rapporto costi/benefici, i secondi erano sempre maggiori dei primi.








Ventitre anni fa




La prima volta che si votò col Mattarellum (75% uninominale maggioritario) fu il 27 marzo 1994, le prime elezioni della cosiddetta "Seconda Repubblica" che, per quelli della mia età, è stata tra l'altro la prima volta che votavamo per il Parlamento. Siamo, politicamente parlando, la generazione del maggioritario. 


Nel collegio di cui faceva parte Ceglie Messapica (insieme a Francavilla) vinse e divenne deputato il candidato cegliese, Enzo Epifani (col Polo delle Libertà e del buongoverno) con il 43.1%. 





Gli altri candidati erano Michele Zurlo (Progressisti) che ottenne il 32%, Pietro Lacorte (l'alleanza di centro chiamata "Patto per l'Italia) con il 15.4% e Vito Semerano (Programma Italia) con il 9.5%.





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