F F Tribuna Libera: Quello che vorrei trovare sulla scheda elettorale a Ceglie

martedì 2 giugno 2020

Quello che vorrei trovare sulla scheda elettorale a Ceglie







Della confusa situazione delle candidature nel centrodestra cegliese abbiamo parlato in un  post precedente. Ma dall’altra parte cosa c’è? E me lo chiedo da cittadino che vorrebbe votare il centrosinistra, ma non a qualunque condizione. Oggi voglio esprimere ai miei 15 lettori cosa vorrei trovare sulla scheda elettorale.


Intanto, vorrei che si ripartisse da tutte le sensibilità che negli anni hanno caratterizzato il centrosinistra a livello nazionale e locale. Checchè se ne dica, pur tra tante difficoltà, i partiti esistono e credo debbano essere il perno delle coalizioni, anche a destra in questi giorni stiamo vedendo che sono i partiti al centro del confronto/scontro. 


Non credo infatti si possa ridurre tutto solo a liste civiche dove mettere tutto e il contrario di tutto in nome di un banale concetto buonista (e un po' populista) di società civile tutta “buona” contrapposta alla “società dei partiti” tutta da cancellare.



Non sempre alla prova del governo coalizioni esclusivamente civiche hanno dato prova di capacità di mediazione e di rinnovamento positivo nel governo. C’è società civile e società civile e più di una volta questa ha avuto responsabilità nel consentire di amministrare a compagini politiche rivelatesi inadatte.


Detto questo, credo che né i partiti da soli, né la società civile da sola, siano ciò di cui la nostra città ha bisogno. D’altronde, si è visto negli anni, spesso le liste civiche, tranne pochi casi, sono state usate come specchietti per le allodole: all’interno i big dei partiti si dividevano lo spazio garantendosi la loro elezione grazie ad un numero maggiore di candidati civici “sparpagliati” che portavano acqua alla singola lista ma che, inconsapevolmente, facevano il gioco dei politici “prestati” alla civica capaci di massimizzare maggiormente i consensi. Vecchi giochetti.



E ritorno al "centrosinistra che vorrei". Mi piacerebbe una coalizione chiara, collocata in un campo politico riconoscibile, che rappresenti i valori e la visione della società in cui tanta gente ancora si riconosce. Cosa si è sbagliato in questi anni? C’è stata forse una guida non sempre efficace, un gruppo dirigente non sempre capace di rinnovarsi, aprirsi; è mancata la capacità di essere percepiti come presenti sul territorio. 


Ma non è questo il momento delle accuse, il passato è passato e non ci sono singoli capri espiatori da "additare". Le responsabilità sono sempre generali, comprese quelle di chi è rimasto a casa. Piuttosto è il momento della ricostruzione, ma per farlo è necessario dirci chiaramente quali siano state le cause delle difficoltà.



Ripartiamo dai partiti dunque ma trasformiamoli, miglioriamoli. Vorrei che non ci fosse però un semplice sentimento di “nuovismo”, in cui cioè si vuole abbattere o "rottamare" tutto. E' un approccio che tanti danni ha fatto negli ultimi anni. Occorre piuttosto ricostruire una comunità politica nella città. E questo processo deve essere guidato da volti nuovi, entusiasmi rinnovati, figure fresche e anche di rottura. 


Senza però lasciare nessuno fuori: tutte le esperienze politiche di tanti amici e figure impegnati nelle fasi precedenti, tante storie di passione politica e militanza devono essere tutte recuperate e presenti per consigliare, partecipare, nel rafforzare un campo che ha urgenza di ripartire e lanciare la sfida per un nuovo governo. Il cambiamento (o, meglio, il "miglioramento") deve essere percepito da ogni elettore, anche da quelli che voteranno da un’altra parte.



Ma non basta solo ricompattare e rinnovare il campo dei partiti: occorre allargarlo. E qui arriva la seconda fase: accanto a questi nuovi partiti occorre innestare una seconda realtà di pari dignità e ruolo politico, distinta ma complementare,  costituita dalla società civile di cui dicevamo prima, con quelle premesse. Una società che faccia una scelta di campo in favore di una alternativa politica rispetto allo scenario degli ultimi dieci anni di governo della città.   



Una società civile che non deve “convertirsi” e diventare improvvisamente di sinistra, non avrebbe senso. Ma che sia l’elemento essenziale che incontra l’altro per provare a dare un nuovo volto alla nostra Ceglie. Mi piacerebbe vedere persone di estrazione moderata, anche lontane finora dalla politica e dal centrosinistra, professionisti, artigiani, persone che vengono dal mondo del lavoro e delle attività produttive, associazioni, mondo cattolico, che riescano a creare tra loro un punto di incontro sulla visione di una Ceglie 2020-2030 con una agenda politica più dinamica, aperta, per uno sviluppo reale e che non lasci indietro nessuno.



E soprattutto che tiri fuori Ceglie dalla politica degli scontri personalistici e autoreferenziali che tanto hanno avvelenato il clima di convivenza.


Queste due nuove realtà, partiti rinnovati e società, potrebbero a mio modo di vedere rappresentare la vera novità dello scenario politico cegliese in questo periodo di emergenza e di necessaria ricostruzione socioeconomica che si presenta quanto mai urgente.   


Questo è ciò che vorrei vedere sulla scheda elettorale: da una parte Partito Democratico, Articolo Uno, Rigenera e Italia Viva, oltre che gruppi politici che da tempo, non all'ultimo momento, hanno fatto una scelta di distanza rispetto agli ultimi anni di governo della città. 


Accanto a tutto questo nucleo politico, una forte e nuova realtà civica di persone libere, trasparenti e di buona volontà, donne e uomini pronti a rimboccarsi le maniche disinteressatamente per migliorare quello che troviamo oggi e scrivere una nuova pagina per questa città. La Nuova Ceglie.



Tutto dovrebbe essere infine, ma non ultimo, rappresentato da un candidato (o candidata) sindaco civico all'altezza della responsabilità che l'aspetta, capace di fare sintesi tra le diverse istanze e dare loro unità e integrazione in un progetto di buongoverno, portato avanti senza demagogia e con serietà, senza "fumo negli occhi" delle elettrici e degli elettori. Non è più tempo di chiacchiere e promesse che non potranno essere mantenute.


Per ora tutto questo è soltanto il sogno di un cittadino su un blog e magari irrealizzabile? Non lo so ma quello di cui sono certo è che c’è la volontà di tanti a realizzare tutto ciò.



Parafrasando Albert Einstein, molti pensano che una cosa sia impossibile da realizzare finchè non arriva qualcuno che la realizza. Se si sarà in tanti, si potrà realizzare. Forza.





Quello che vorrei trovare sulla scheda elettorale a Ceglie