F F Tribuna Libera: Epimeteo, la scuola e le elezioni

sabato 7 marzo 2020

Epimeteo, la scuola e le elezioni



Una meditazione di Vincenzo Gasparro:






Epimeteo e l'elezione del nuovo sindaco


Il Covid-19 è una buona occasione per ripensare tutto il limite e la fragilità del nostro sistema economico, sociale e culturale in cui siamo avviluppati. Tutte le criticità del sistema globalizzato sono, da più di mezzo secolo di studi, oggetto di riflessione da parte di pionieri del pensiero, profeti inascoltati e ignorati. 


In questi giorni che ci obbligano alla lentezza e ci costringono a stare in casa, ho ripreso la lettura di un sacerdote e maestro qual è Ivan Illich. In particolare ho riletto "L'elogio della bicicletta" che mette in luce l'assurdità e le contraddizioni della velocità e del frenetico consumo di energia con cui ci rapportiamo al mondo e "Descolarizzare la società" che rivendica un'alternativa nei processi formativi dell'istituzione scolastica. 



Mi soffermo solo su quest'ultima riflessione che 50 anni fa fu avviata dal filosofo viennese. Il quesito di fondo del libro è questo: ha senso nella società del tardo capitalismo finanziario, tenere in piedi un sistema scolastico che divora risorse e che,ridotto all'essenziale del ragionamento, non è capace di rompere le diseguaglianze di partenza dei soggetti che usufruiscono di questo dispendioso servizio?



Illich è convinto che "in tutto il mondo la scuola esercita sulla società un effetto antieducativo con la sua pretesa di essere l'unica istituzione specializzata nell'istruzione" Egli incalza "dare a tutti uguali possibilità d'istruzione è un obiettivo auspicabile e raggiungibile, ma identificare questo obiettivo nella scolarizzazione obbligatoria è come confondere la salvezza eterna con la chiesa". "La scuola è diventata la religione universale di un proletariato modernizzato e fa vuote promesse di salvezza ai poveri dell'era tecnologizzata".



In questo quadro l'insegnante diventa giudice, ideologo e terapeuta, una sorta di "prete secolare". La scuola si esercita sull'apprendimento delle cose "sul" mondo e non trae il proprio sapere "dal" mondo e certifica solo il rendimento quantitativo sul mondo, creando così una frattura insanabile tra educazione e istruzione. 



Nasce così il mito del titolo di studio che certifica,  se pure,una competenza specialistica che è cosa altra dal vero sapere e dalla cultura. La paradossalità di questo iato è del tutto evidente in questi giorni per cui si può continuare a studiare in streaming, ma è bene chiedersi se possiamo ancora parlare di educazione o questo studio non si configura solo come arida istruzione. 



Ma Illich ci avverte che la sola istruzione non è compatibile con una società veramente democratica e, paradossalmente, più fondi si investono in istruzione più aumenta il tasso di analfabetismo. Più in profondità il maestro viennese ci invita a riconsiderare il mito di Prometeo e a condividere "la scelta di Epimeteo che sposando Pandora sposò la Terra".



Nel nostro piccolo, dovendo rinnovare il Consiglio Comunale e Regionale, non sarebbe auspicabile che tutti i candidati a sindaco e a governatore e a consiglieri ci facessero sapere qual è la loro concezione della scuola, dell'educazione e della cultura per cercare di fare dell'agire amministrativo una vera azione politica di trasformazione?


Buona lettura.


Vincenzo Gasparro




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