F F Tribuna Libera: Si parla di Padre Palma

venerdì 10 ottobre 2014

Si parla di Padre Palma


Ricevo e pubblico volentieri:




Comunicato

L’Umanesimo della Pietra presenta la biografia di Padre Pantaleone Palma l’11 ottobre alle 18.30 nella sala cinese dell’appartamento D’Avalos del Palazzo Ducale di Martina Franca.

Padre Palma fu un sacerdote rogazionista di livello nazionale. Nacque a Ceglie nel 1875 e morì a Roma nel 1935. La sua esistenza, affascinante e dal finale drammatico, si svolse nella tempesta, soprattutto dopo la morte di S. Annibale, fondatore della Congregazione dei Rogazionisti, delle Figlie del Divino Zelo, degli Istituti Antoniani, del quale fu il primo e principale collaboratore.

Ordinato sacerdote, entrò nell’ordine superando forti resistenze con l’aiuto della sua spiccata personalità. L’umiltà che professava lo spinse subito verso la raccolta dell’obolo per gli orfanelli Antoniani.
Per il coraggio e l’eroica carità esercitati nei giorni del terremoto di Messina del 1908, S. Annibale disse che “un Paradiso sarebbe poco” per lui. Quando l’Opera si trasferì a Oria, Padre Palma, persona concreta e laboriosa, comprese che non si poteva vivere di solo obolo ma bisognava produrre. Allestì di conseguenza calzaturificio, sartoria, tipografia, falegnameria e officina meccanica per consentire agli orfani l’immissione nella società con un mestiere.

S. Annibale e Padre Palma furono due anime in una e insieme gettarono le basi spirituali e materiali dell’Opera. Con zelo e intelligenza Padre Palma creò le Segreterie Antoniane, arterie della Provvidenza in favore degli orfani. Con incomparabili capacità organizzative e di uomo di azione fondò, in esecuzione della volontà di S. Annibale, gli Istituti maschili e femminili di Roma, Messina, Corato, Altamura, Montepulciano, Taormina, Trani e Padova.

Poco prima di morire, il 1° giugno 1927, Padre Annibale lo nominò erede universale, esecutore testamentario e di conseguenza suo successore. A quel punto l’invidia e la gelosia, già emersi negli anni precedenti, si accentuarono. Infami e infondate calunnie, successivamente ritrattate, fecero intervenire nel 1932 il S. Uffizio. Con il processo, senza testimoni a favore, iniziò il Calvario. Il verdetto fu pesante: dimissione dai Rogazionisti, secolarizzazione e sospensione dai sacramenti con obbligo di soggiorno presso la Scala Santa. Gli ultimi anni della vita di Padre Palma furono umanamente bui, ma cristianamente luminosi: nonostante la tragedia egli dichiarò una vicinanza a Dio ancora più salda. Egli accettò l’espiazione di colpe mai commesse con grande serenità, perdonando e soprattutto pregando per l’Opera. Dichiarandosi comunque e sempre innocente, chiese la revisione del processo. Pio XI gli restituì la facoltà di celebrare la Messa dal 6 Agosto 1935, segno inconfutabile di riabilitazione, ma non fece in tempo a sottrarlo al Calvario. Padre Palma si spense dopo meno di un mese da quella data. Sebbene da giorni si trovasse in stato di afasia, abulia e con oltre 38°C di febbre, chi era responsabile aveva sottovalutato il suo malessere. 










Qualche mese fa il Comune di Ceglie ha intitolato una via proprio a Padre Pantaleone Palma.




















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