Un'interessante intervista a Michele Ciracì pubblicata ieri dal Quotidiano. Nel suo centro privato di documentazione, frutto del lavoro di decenni, ha raccolto un patrimonio culturale immenso sulla storia della nostra città, fatto di circa 50mila tra libri, fotografie, documenti e spartiti musicali. Un patrimonio che è stato tra l'altro dichiarato di interesse storico e culturale dal Ministero dei Beni culturali tramite la Soprintendenza di Bari.
Ecco l'intervista:
Michele Ciracì, la sua biblioteca è un punto di riferimento per giovani, studiosi, ricercatori. Come è nata?
"Il termine biblioteca è troppo impegnativo, per me è più un centro di documentazione che ho creato in 50 anni di ricerca. Questa attività non è stata il mio lavoro ma una mia passione. Tutto è nato per caso, quando ad un mercatino ho trovato una cartolina che rappresentava la Fiera del Crocifisso di Ceglie dinanzi al Calvario, pagata 120mila lire, una somma enorme. In questi anni ho prodotto anche una settantina di libri. Ora vorrei concentrarmi sulla grammatica, un dizionario italiano-cegliese".
Ma quanto le è costato creare questo centro?
"Mi è costato tantissimo in termini di sacrifici, anche economici. Ho sottratto tempo e denaro alla mia famiglia per portare avanti questo mio progetto, perchè un cittadino attento si deve spendere per la sua comunità. Se le istituzioni, il pubblico non fa niente, allora dobbiamo essere noi cittadini a muoverci. Il mio intendimento di lasciare tutto questo patrimonio documentario e non solo era una esigenza dovuta al fatto che non ho più locali disponibili nè soldi per prenderne altri. Ho riempito tutti i garage di famiglia. Per questo adesso vorrei creare una fondazione".
Non ha mai ricevuto fondi per la sua ricerca?
"Io non ho mai ricevuto aiuti economici, ma perchè non li ho mai richiesti. Ricevere un aiuto significa che poi devi ridare quello che ti hanno dato. Io voglio essere un uomo libero e non ho mai richiesto nè mi hanno proposto un aiuto. I privati invece hanno mostrato vicinanza e donato materiale importante che altrimenti sarebbe andato perduto. Devo ricordare poi il Rotary Club che ha finanziato un progetto che ha permesso di inventariare, catalogare e informatizzare in cinque anni l'archivio musicale, con il prezioso aiuto del maestro Nicola Santoro. Il lavoro sarà pronto entro giugno, quando sarà presentato un volume che racchiude tutti i fondi musicali del centro. In quell'occasione sarà presente il maestro Vincenzo Borgia, già direttore della banda dell'Arma dei Carabinieri, che mi ha donato tutto il suo fondo e ha dedicato due poemi sinfonici inediti a Ceglie e alla Puglia".
Lei ha anche un albo donatori. Quanti sono?
"Solo a Ceglie si contano almeno 40 famiglie, ma ci sono anche donatori residenti in altre città".
Oggi a causa della riforma delle Province e della spending review molti luoghi della cultura rischiano di essere chiusi, perchè non ci son fondi. Come evitare tutto questo?
"Non è che non ci sono soldi. Non ci sono le scelte. La cultura deve essere una priorità. Se c'è la volontà da parte del pubblico, delle istituzioni, se c'è un progetto, allora le somme anche cospicue si trovano, magari spendendo meno per altre cose. Ad esempio, Ceglie ha necessità di riappropriarsi della sua storia. A tal proposito, ci sono tanti studiosi, ricercatori, che hanno la volontà di fare qualcosa. Il pubblico dovrebbe coinvolgerli. Con progetto, studiosi e fondi si può superare anche la crisi economica".
Ecco, la crisi economica ha pesato sul suo centro?
"La crisi non ha toccato il mio centro, che rimane aperto mattina e pomeriggio, sabato e domenica, a disposizione di tutti. Questo perchè c'è amore e volontà da parte mia di essere un cittadino attivo e dare un contributo a chi vuole fare ricerca e ai giovani. Questo posto è aperto da 25 anni e qui hanno preparayo la tesi di laurea 322 studenti, anche non pugliesi. Nessuno ha mai pagato per entrare e consultare il materiale storico, fare ricerca anche navigando in internet: La cultura non ha prezzo".
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Nei mesi scorsi si è parlato della disponibilità di Michele a donare alla città, senza nulla in cambio, il suo patrimonio librario (più di 50mila volumi) e della (mancata) risposta dalle istituzioni comunali. Clicca qui
Credo che uno dei doveri della futura amministrazione sarà proprio quello di valorizzare tutto questo patrimonio di cultura e storia locale. Non esistono solo i concertoni e la gastronomia.