Ricevo e pubblico un intervento dell'avv. Vincenzo Vitale,
responsabile Codacons per la provincia di Brindisi.
CODACONS BRINDISI: A PARTIRE
DAL 1° GENNAIO 2014 I TITOLARI DI CONTI CORRENTI HANNO DIRITTO AL RICALCOLO DEL SALDO DEL
CONTO CON ELIMINAZIONE DEL COSTO DELL'ANATOCISMO
Sulla base delle prime pronunce giurisprudenziali sul
nuovo art. 120 del Testo Unico Bancario, si può senz'altro ritenere che i
correntisti, con decorrenza dal 1° gennaio del 2014, hanno diritto alla restituzione di quanto pagato a titolo di
“anatocismo” .
Il termine anatocismo indica la trasformazione degli
interessi scaduti di un debito in capitale, con conseguente applicazione di
nuovi interessi sul nuovo capitale e, quindi, anche sugli interessi già
maturati.
Storicamente l'anatocismo nelle aperture di credito in
conto corrente era prima vietato dall'art.1183 c.c., con conseguente nullità
delle clausole che lo prevedevano e diritto dei clienti alla restituzione di
quanto indebitamente pagato; poi, è stato
consentito a decorrere dal 1
luglio 2000 per effetto del decreto legislativo
4 agosto 1999, n. 342 e
della delibera del CICR (Comitato Interministeriale Credito e Risparmio) del
9/2/2000. A decorrere dal 1° gennaio 2014, in applicazione dell'art.1, comma
629, legge n.147/2013, che ha modificato il secondo comma dell'art. 120 T.U.B,
non è più ammessa la capitalizzazione periodica degli interessi passivi
maturati sui rapporti di conto corrente.
Pertanto, tutti i correntisti hanno diritto al
ricalcolo del saldo del conto corrente con eliminazione del costo
dell'anatocismo a partire dal 1°
gennaio 2014.
Lo hanno affermato due ordinanze collegiali del Tribunale
di Milano emesse il 25 marzo e il 3
aprile 2015 su ricorso di una associazione dei consumatori e degli utenti, ai
sensi art. 140, comma 8, del Codice del Consumo.
Ad avviso del Tribunale
di Milano l'espressione, contenuta nel nuovo art.120 del T.U.B, “gli
interessi periodicamente capitalizzati non possono produrre interessi ulteriori”,
esclude l'anatocismo nei rapporti bancari e cioè l'applicazione di interessi
sugli interessi già maturati sul capitale.
Infatti, la prassi bancaria di capitalizzare
trimestralmente gli interessi ha comportato nel corso degli anni enormi costi
per i clienti. Si consideri un esempio di calcolo trimestrale degli interessi
con un tasso del 10% e un capitale iniziale di € 10.000,00. Quando non si
applica l'anatocismo l'interesse trimestrale corrisponde ad € 250,00, quindi
ogni trimestre i 10.000,00 euro di capitale fruttano sempre € 250,00.
Applicando l'anatocismo solo nel primo trimestre l'interesse sarà sempre €
250,00; nel secondo trimestre l'interesse, poiché si calcolerà su € 10.250,00
(€ 10.000,00 + € 250,00), salirà ad € 256,25; nel terzo trimestre, dovendolo
calcolare su € 10.506,25 (€ 10.250,00 + € 256,25), aumenterà ad € 262,66; e
così via per i successivi trimestri in cui progressivamente aumenteranno gli
interessi da corrispondere alla banca. Peraltro, l'esempio non tiene conto
delle commissioni e spese varie che vengono anch'esse capitalizzate
trimestralmente facendo lievitare enormemente il debito iniziale nel corso
degli anni.
E' evidente che detta prassi oltre ad essere scorretta
appare giuridicamente illecita. Di tale parere è, anche, il sopra richiamato
Tribunale di Milano che conferma l'illegittimità del comportamento degli
istituti bancari, affermando che gli interessi devono essere
conteggiati, sulla base del nuovo art. 120 T.U.B., sulla sola sorte capitale e
che quindi sono nulle le clausole dei contratti che prevedono l'anatocismo.
L'effetto delle ordinanze del Tribunale di Milano è che
le banche dovranno restituire ingenti somme (sono stati stimati circa
2 miliardi di euro) e che ogni correntista ha diritto di chiedere la restituzione di
quanto versato illegittimamente.
Per il CODACONS
il Responsabile
Provinciale
(avv.
Vincenzo Vitale)