La storia raccontata oggi da
Sonia Gioia sul Quotidiano è una di quelle che, a leggerle, ti fanno come minimo
arrabbiare. Nel 2004 avvenne a Ceglie un incidente in cui persero la vita due
ragazzi giovanissimi. La famiglia di uno di loro accettò di seppellire il corpo
del ragazzo in una colombaia. Nel marzo 2010 il papà presentò domanda al Comune
per partecipare a un bando per l'assegnazione di una cappella al cimitero di
Ceglie per dare una degna sepoltura al figlio.
Passati quattro anni, il 5
febbraio 2014 l'uomo riceveva una lettera dal Comune nella quale gli si
comunicava l'esclusione dal bando. Recandosi al Comune scoprì il motivo:
l'esclusione era dovuta al fatto di aver allegato alla domanda un documento di
identità scaduto, documento del quale l'uomo aveva chiesto tra l'altro il
rinnovo. Iniziò un contenzioso conclusosi qualche giorno fa con il deposito della
sentenza del Tar di Lecce: il Comune deve accogliere la richiesta e la
graduatoria per l'assegnazione delle cappelle deve essere rifatta daccapo.
Storie di piccola burocrazia
kafkiana che ti fanno pensare:
"Ma come c... o è
possibile?".