Il dato l’avevamo riportato ieri sul blog (link).
La Gazzetta del Mezzogiorno questa mattina conferma e fornisce qualche dettaglio maggiore sul focolaio di infezione da xylella nel nostro territorio: un albero infetto a Ceglie, lungo la provinciale Ceglie-San Michele, nei pressi di contrada Palagogna.
Leggiamo:
“Questo significa che, almeno al momento, gli alberi vicini sono sani ma saranno sottoposti a campionamento per scongiurare l’eventuale contagio … Il prelievo sull’unico esemplare di ulivo risultato infetto a Ceglie Messapica è stato effettuato il 7 dicembre scorso ed analizzato prima nei laboratori del Dipartimento di Scienze Agrarie dell’Università di Foggia e poi presso il Consiglio Nazionale delle Ricerche che ha confermato.
Sono stati 89 in tutto i campioni consegnati e analizzati e solo quello relativo a Ceglie Messapica è risultato “positivo”. Ma quali saranno i prossimi passi? Come zona di contenimento, per legge, si dovrà togliere la pianta infetta e tutte quelle vicine che risulteranno infette nei prossimi test. Le norme più rigide, invece, si applicano per la zona tampone, cioè quella più a nord, quella dove è prevista tolleranza zero”.
Sono stati 89 in tutto i campioni consegnati e analizzati e solo quello relativo a Ceglie Messapica è risultato “positivo”. Ma quali saranno i prossimi passi? Come zona di contenimento, per legge, si dovrà togliere la pianta infetta e tutte quelle vicine che risulteranno infette nei prossimi test. Le norme più rigide, invece, si applicano per la zona tampone, cioè quella più a nord, quella dove è prevista tolleranza zero”.
Ci auguriamo si possa fare tutto il possibile per salvare i nostri ulivi.
Un comunicato della Confederazione Italiana Agricoltori Puglia:
La Xylella purtroppo
avanza senza aspettare i tempi della giustizia, della burocrazia, della
politica e della ricerca.
La notizia del ritrovamento di altri cinque focolai di Xylella fastidiosa nelle province di
Brindisi e Taranto conferma quanto importante fosse il monitoraggio, che è
stato sospeso per quasi 9 mesi e che è ripreso subito dopo l’estate scorsa, e
del quale più volte ne avevamo ribadito la necessità che venisse riattivato sul
territorio.
La Xylella, dunque, avanza e minaccia seriamente la Piana degli
ulivi millenari tra Carovigno e Monopoli ed anche il versante ionico della
Puglia.
Al momento, grazie al monitoraggio disposto dalla Regione Puglia,
non risultano altri casi più a nord, tranne quello di Ostuni, relativamente al
quale l’albero era stato subito espiantato come le altre specie suscettibili
presenti nel raggio di 100 metri.
Il pericolo però incombe su un territorio a forte vocazione
olivicola con una parte caratterizzata da ulivi secolari che rappresentano
anche un importante fattore di attrazione per il turismo e la
multifunzionalità.
Ecco perché bisogna che le istituzioni preposte, insieme a tutti
gli “attori” del territorio, si impegnino affinchè il batterio non avanzi di un
altro metro verso nord.
Ribadiamo con forza, inoltre, che non bisogna perdere altro tempo,
che occorre condividere una nuova strategia per il futuro dei territori
interessati dalla problematica, iniziando ad immaginare un nuovo modello di
sviluppo del territorio.
Ben vengano i progetti di ricerca scientifica.
La Cia – Agricoltori Italiani di Puglia guarda con attenzione a
tutti i progetti di ricerca in corso e si auspica che nel più breve tempo
possibile la ricerca possa dare delle risposte, quanto meno per evitare il
propagarsi della malattia, che se non contenuta rischia di interessare non solo
tutta la Puglia ma anche tutta l’Italia olivicola, se si considera anche come
il vettore si sposti a bordo di automezzi lungo le direttrici di transito degli
stessi.
Giudichiamo, inoltre, positiva l’apertura della Commissione
Europea alla possibilità di reimpianto
di nuovi uliveti nell'area infetta da Xylella, cioè nei territori in cui il
batterio risulta endemico. È quanto la Cia – Agricoltori Italiani di Puglia sta
chiedendo da diverso tempo. Perciò ribadiamo con forza la necessità di
rimuovere il divieto di impianto di nuovi uliveti nell’area infetta ed anche
delle specie considerate suscettibili alla Xylella che potrebbero, se
impiantate, rappresentare una alternativa alla produzione e al reddito degli agricoltori
colpiti da questa emergenza.
Gli agricoltori sono i primi penalizzati
da questa vicenda. Le istituzioni non devono e non possono dimenticarsi degli
agricoltori, di chi ha perduto un ingente patrimonio ed una fonte di reddito.
Bari,
24 gennaio 2017