Iacopo Melio è un ragazzo costretto alla sedia a rotelle da una grave malattia genetica. Da qualche anno è diventata una star del web dopo aver denunciato la difficoltà a spostarsi da Cerreto Guidi, un paese di 11 mila abitanti a un’ora da Firenze, con l'hashtag #vorreiprendereiltreno. Da allora è diventato un'icona dei diritti dei disabili e dei più deboli, denunciando tante situazioni difficili e inaccettabili ma facendolo sempre insieme all'ironia e con un forte messaggio sociale.
Sulla sua pagina Facebook seguitissima ieri ha riportato una lettera scrittagli da una bellissima realtà che opera nel sociale e nell'integrazione nel territorio cegliese: la Cooperativa "Se Puede", diretta da Micaela De Marco che gestisce La Casa per la Vita "Don Andrea Gallo", qui a Ceglie, che si occupa principalmente dell'organizzazione e gestione di servizi socio-assistenziali ed educativi di assistenza delle persone svantaggiate.
Ecco la lettera:
"Caro Iacopo, questa sera ti vogliamo raccontare una storia probabilmente differente da quelle che tu solitamente leggi e poi ci racconti. Noi ti seguiamo, ti scriviamo dalla Puglia: da Ceglie Messapica, da una casa speciale. Ovviamente, tutti sentono casa propria, speciale. Ma la nostra lo è un po' di più... “ Casa Se Puede” è una casa per la vita e noi che ci abitiamo siamo pazienti psichiatrici e per non farci mancare nulla, alcuni di noi anche “portatori sani di differenti abilità” come ci piace definirci.
Siamo; Vittoria, Nicolino, Emilio, Pasqualina, Mario e Antonio, viviamo insieme e ogni giorno, combattiamo la malattia in tutte le sue forme: le voci le parole, le manie, la depressione, gli scompensi, un'altalena insomma... Ma sai Iacopo, per queste ci sono i farmaci, le terapie, tutto sommato riusciamo a stare bene e un aspetto della nostra malattia che fatichiamo a combattere: il pregiudizio, la paura, lo stigma.
Ogni giorno, dobbiamo combattere con l'idea che il paziente psichiatrico sia pericolo, debba puzzare, non debba vivere e condividere dignitosamente la quotidianità, senza alcuna speranza per il futuro. Tre anni fa, abbiamo incontrato Mafalda e Donato ci siamo fatti contagiare dalla loro vitalità esplosiva su loro spinta abbiamo deciso che la nostra malattia doveva diventare la nostra forza: abbiamo aperto le porte di “ Casa Se Puede” e abbiamo creato L'Assamblae musicale Portatori di Gioia.
Oggi, siamo trenta componenti: donne, uomini, abili e disabili, professionisti e dilettanti, adulti e bambini tutti insieme uniti dalla convinzione che la musica e il canto sono strumento di cura e di benessere, per chi canta e per chi ascolta. Certo, quando facciamo le prove la confusione è tanta, siamo vivaci e soprattutto molto fantasiosi ma le performance finali sono sempre molto coinvolgenti.
Tutte le volte che dobbiamo muoverci per un' esibizione,le cose da preparare sono tante e guai a scordare qualcosa: strumenti, spartiti, stampelle, girelli, biscotti e non dimentichiamoci “la terapia al bisogno” che fortunatamente non serve quasi mai,
Da qualche tempo, assieme a Mario alla chitarra si è unita Valentina al pianoforte e con Mafalda a dirigere il coro la abbiamo tutt'altra musica.
Quest'anno presi dall'entusiasmo, abbiamo dimenticato, per un po', di essere pazienti psichiatrici e abbiamo voluto proporci; ci siamo fatti prendere da una botta di presunzione e anche di cazzutaggine: abbiamo preso il timore di un rifiuto e lo abbiamo chiuso in un cassetto, abbiamo mandato Micaela, la responsabile di “Casa SePuede”, con un progetto un po' ambizioso in reparto di oncologia dell'ospedale di Brindisi; le abbiamo fatto proporre al Primario del reparto un nostro Concerto, non pensavamo di ricevere una risposta positiva, onestamente, invece, siamo stati accolti con grande entusiasmo e il 21 dicembre saremo lieti di regalare il nostro progetto dei Portatori di Gioia, ai pazienti oncologici.
Iacopo, ti starai chiedendo perchè ti scriviamo: per una volta, vorremmo che si parlasse di noi pazienti psichiatrici senza compassione o con timore, non siamo “poverini”, ci sia ammalati la malattia alcune volte, ci ha regalato effetti collaterali con i quali conviviamo ma non siamo ne contagiosi che pericolosi, Venite a conoscerci, ognuno di noi ha una storia, possiamo assicurarvi che dietro al “Pazzo del paese”, esiste un mondo e tante volte, non è così diverso dal vostro.
Iacopo, grazie ... abbiamo voluto raccontarti la nostra piccola storia felice, perchè noi stiamo bene e ci piaceva l'idea di condividere con te; ovviamente dovessi prendere il treno e arrivare in Puglia, ricordati di avere degli amici speciali di “Casa Se Puede” che sarebbero felicissimi di invitarti a pranzo."
Questa è la loro pagina Facebook:
Grazie per quello che fate ogni giorno.