La Giornata della Memoria è una ricorrenza doverosa per una popolazione civile e le scuole hanno il dovere di educare al rispetto e alla solidarietà, perché ricordare è anche rivivere, rinnovare, trarre insegnamento dagli eventi.
Quest’anno volevamo approfondire alcuni aspetti storici di recente scoperta che hanno visto protagonisti la Puglia e i suoi abitanti; le classi terze della Scuola Secondaria di Primo Grado ‘Leonardo da Vinci’ del Secondo Istituto Comprensivo Statale di Ceglie Messapica, con Dirigente scolastico Pietro Federico, hanno colto l’occasione per ricordare questo evento attraverso una visita guidata al Museo Ebraico di Lecce (inaugurato nel 2016), presso il Palazzo Taurino. Due giorni di emozioni (25 e 26 gennaio).
Tale Palazzo sorge sul fulcro dell’antico quartiere ebraico in quanto qui vi era la Sinagoga; a testimonianza ancora oggi è possibile leggere nomi di strade che ne ricordano l’antico insediamento relativo alla comunità ebraica leccese del XV-XVI secolo nel quartiere ebraico (Via Umberto I, Via della Sinagoga, Via Abramo Balmes, Palazzo Adorno, Vico della Saponea). Il percorso tematico ha riguardato il Museo all’interno del quale si incontra la cultura quotidiana ebraica medievale della popolazione che allora conviveva pacificamente con la comunità locale (pugliesi, veneziani, albanesi, greci).
Qui sono conservate le antiche vasche di abluzione (mikvaot) utilizzate per i bagni purificatori, un’epigrafe e un vano che conteneva la muzuzah. Nel percorso è stato possibile scoprire altresì che sotto la città di Lecce scorre un antico fiume, l’Idume, che l’attraversa per 7 Km, sfociando nel mare Adriatico, a Torre Chianca. Questo fiume, già citato dal poeta cinquecentesco Ascanio Grandi, scorre anche sotto il Palazzo Taurino, cui le acque sorgive venivano utilizzate per i bagni purificatori, effettuati soprattutto dalle donne e da chi veniva in contatto con la morte, di persone o animali. Attualmente nel Palazzo è possibile identificarne il sito.
La realizzazione del Museo è stata resa possibile grazie al contributo del professore Fabrizio Lelli, docente di Lingua e Letteratura Ebraica presso l’Università del Salento. La ricostruzione storica ha inoltre appurato le prevalenti attività lavorative degli ebrei locali che si occupavano primariamente della saponificazione, della concia delle pelli e commercio.
Il viaggio è
proseguito verso un altro sito di interesse storico, Santa Maria al Bagno
(Nardò) dove si trova il Museo della Memoria e dell’Accoglienza,
inaugurato il 14 gennaio del 2009, che raccoglie le testimonianze della
permanenza a Santa Maria al Bagno di ebrei sopravvissuti
all’orrore dei campi di sterminio della seconda guerra mondiale. In
una Puglia appena liberata dagli alleati, a partire dal settembre del 1943, un
flusso di profughi di provenienza soprattutto balcanica interessò la Regione.
La
gente di questa frazione aiutò gli ebrei a transitare presso la terra promessa.
Nel Museo della Memoria e dell’Accoglienza sono presenti
i Murales di Zvi Miller recuperati dopo un complesso lavoro
diretto dalla restauratrice Nori Meo-Evoli. Non si tratta
dell’ennesimo Museo che racconta dello stermino e della persecuzione
del popolo ebraico. Chi varca la soglia si trova all’interno di un luogo
che narra una storia diversa, la storia di una speranza rinnovata. Le varie
fotografie esposte ne sono la testimonianza: gli ebrei sono ritratti felici
insieme alla popolazione locale.
Gli anni tra il 1943 e il 1947 quando nella località di Santa Maria al Bagno le forze militari alleate allestirono un campo di accoglienza (conosciuto come Campo n° 34 o Campo Santa Croce) con lo scopo di accogliere migliaia di profughi ebrei di diversa nazionalità, in gran parte provenienti dall’Europa centrale e scampati ai campi di concentramento nazisti.
L’esperienza si è conclusa con la visita all’Acquario del Salento di Santa Maria al Bagno dove è stato possibile fare un incontro ravvicinato con alcune specie faunistiche del Mediterraneo.
La
Docente Collaboratrice del D.S.
Olga
Sarcinella
Le immagini