In un'intervista di qualche giorno fa, il già deputato Nicola Ciracì anticipa le mosse in vista delle prossime elezioni comunali del 2020 a Ceglie Messapica:
"La scelta Di Caroli di aderire a FI credo sia stata dettata da scarso acume politico e soprattutto dal fatto che dopo aver girato tutti i partiti dal Pd alla Lega solo Vitali poteva prenderselo visto che a lui serviva per poter sbandierare a Roma un sindaco che nel 2018 passa a FI, merce rara se non unica visto che oramai da FI vogliono scappare tutti.
A Ceglie ovviamente realizzeremo una coalizione alternativa a Caroli e Forza Italia se ancora esisterà.
A proposito ma Caroli non aveva detto che passava tutta la maggioranza?".
Leggendo queste parole, pur non disprezzabili nella volontà di andare oltre schieramenti ormai logori, (a proposito, a Ceglie esistono ancora?) tornano alla mente - come un deja-vu, un già visto - gli appelli già ascoltati nel 2010 e nel 2015 entrambi a favore di rappresentanti della società civile: la prima volta Luigi Caroli, la seconda Angelo Perrino.
Bisogna riconoscere, al di là di come la si pensi politicamente, che Nicola Ciracì è un politico preparato e di esperienza, conosce bene la politica. Ma come siano andate a finire entrambe quelle esperienze amministrative di cui sopra lo sappiamo: ribaltoni e rinnego successivo di quelle scelte da parte di chi le aveva lanciate, sostenute e in un caso fatte vincere.
Volete ricominciare daccapo?