"Era l’estate del 2014 quando l’Associazione culturale 72013 lanciava una petizione
pubblica per la realizzazione degli orti urbani e per il recupero delle mura messapiche
nell’area adiacente al Comune di Ceglie.
L’amministrazione, dal canto suo, ignorando la proposta, promuoveva nello stesso
sito la realizzazione di un anfiteatro. Seguirono una serie di iniziative culturali che
l’associazione organizzò a sostegno della petizione anti-anfiteatro.
All’appello per la
realizzazione degli orti urbani e contro la cementificazione dell’area risposero persino
Vittorio Sgarbi e l’associazione “Italia nostra”. Si organizzò, inoltre, la
manifestazione “senza arte né parte” e diverse azioni politiche furono intraprese
parallelamente, attraverso interventi mirati a sollevare la questione in Consiglio
Comunale. La voce del dissenso raggiunse anche il Ministero dei Beni e le Attività
Culturali per mezzo di una interrogazione Parlamentare promossa dall’ on. Nicola
Ciracì.
La posizione dell’Associazione 72013 e dei suoi sostenitori era chiara: no alla
cementificazione e a un inopportuno anfiteatro in una zona di pregio paesaggistico.
La replica dell’amministrazione comunale fu alquanto ironica e denigratoria.
Ignorando le oltre mille firme raccolte in pochi giorni dall’Associazione 72013,
lanciò una campagna mediatica diffamatoria contro la proposta degli orti urbani e
sostenne con ostinazione il progetto dell’anfiteatro.
Alla luce di questa breve ricostruzione storica dei fatti, pare alquanto ironico, se non paradossale, l’atteggiamento degli ultimi giorni di un gruppo di rappresentanti di quello stesso circuito politico dal momento che si sono attivati per una nuova campagna, questa volta autocelebrativa, e si compiacciono del pregevole risultato ottenuto nell’area adiacente al Comune di Ceglie.
L’amministrazione ha infatti
realizzato, nell’area designata, proprio gli orti urbani che l’Associazione 72013 aveva
promosso sin dall’estate del 2014 e contro cui l’amministrazione stessa si era
ferventemente schierata.
Questo compiacimento, oggi, fa un po’ sorridere. Come promotori e sostenitori
dell’iniziativa non ci avevamo visto poi così male quando avevamo proposto il
recupero delle mura messapiche e la realizzazione di quegli orti.
È pur vero che, in
definitiva, quello che conta è che l’azione intrapresa in nome della salvaguardia del
nostro territorio, della sua storia e della sua architettura locale sia diventata bene
comune, poco importano paradossi e autocompiacimento".
Ceglie Messapica (BR),
04/05/2016
arch. Emanuela Gervasi