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sabato 8 febbraio 2020

La vicenda di Costanza: parlano le istituzioni




(foto: Rocco Monaco)




Continuiamo a parlare ancora (e continueremo a parlarne anche nei prossimi giorni) della vicenda delle case popolari poste sotto sequestro dalla magistratura e dei nuclei familiari che hanno dovuto lasciarle nei giorni scorsi. 

La notizia sta facendo il giro dell'Italia, in particolare la vicenda della signora Costanza, 85enne con problemi di salute che in quella casa ha vissuto per una sessantina di anni. 


A proposito della posizione specifica della signora, anche la stampa (in particolare Maria Gioia sul Quotidiano) oggi specifica che "la donna si è rivolta all'avvocato di fiducia, impugnando il sequestro e fornendo i documenti necessari. All'appello mancava solo un certificato del 1997, con cui si attesta la regolarità della sua permanenza in quell'appartamento, che non si trova neanche in municipio per cause avvolte nel mistero, forse un incendio o il trasferimento dalla vecchia alla nuova sede comunale".


Una situazione kafkiana.



La signora è stata accolta in una delle due case del Centro Madre Teresa di Calcutta, realizzate dalla Parrocchia di San Rocco e dalla Caritas per aiutare chi si trova in difficoltà.

E della vicenda parla, sul Quotidiano, proprio don Lorenzo Elia, il parroco:



"Parliamo di 26 nuclei familiari, un caso rilevante per Ceglie. Anche per questo mi aspettavo che le massime istituzioni locali si facessero vive in prima persona, dimostrando di aver ben compreso quanto sta accadendo. Ma questo, purtroppo, non è accaduto. 

In questa vicenda dovrebbe esserci un tavolo di lavoro con attorno tutti gli enti che possono essere coinvolti e sono a disposizione per affrontare la questione, come la nostra Parrocchia. Le assistenti sociali del Comune sono bravissime, collaboriamo con loro da tempo. Ma mi aspettavo una telefonata, un cenno, un cenno da chi rappresenta la nostra comunità.

Abbiamo accolto la signora Costanza in uno dei due piccoli appartamenti del Centro madre Teresa di Calcutta, pensati nel 2016 dalla Caritas e dalla Parrocchia per accogliere chi ne ha bisogno. Il regolamento prevede un tempo di permanenza di 15 giorni ma questo non vuol dire che la signora dovrà lasciare anche quella casa. Potrà rimanere per tutto il tempo di cui ha bisogno".






La posizione del Comune è stata illustrata dal Commissario prefettizio Erminia Cicoria, subentrato alla caduta Amministrazione Caroli:


"Il Comune segue attentamente la vicenda. Gli uffici dei Servizi sociali si sono mobilitati sin da subito per verificare la situazione di tutte le famiglie, soprattutto quelle che presentano situazioni di fragilità sociale, per assisterli nell'emergenza. 

Nel caso della signora, le assistenti sociali hanno cercato di evitare che si arrivasse allo sgombero coattivo, proponendole alcune possibili sistemazioni, trovando la disponibilità del parroco e convincendola a trasferirsi nell'abitazione messa a disposizione. 

Il suo caso sarà analizzato sotto ogni punto di vista per darle ogni consentito supporto. Il Comune sta compiendo verifiche approfondite per capire quale sia la situazione e la posizione di tutte le persone coinvolte in questa vicenda. La legge regionale 10/2014 prevede la possibilità di presentare una richiesta di sanatoria ma ne subordina l'accoglimento al possesso di determinati requisiti e alla regolarizzazione del mancato pagamento dei canoni per l'intero periodo di occupazione".


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La politica, invece, continua a rimanere in silenzio.


In un prossimo post faremo una ricostruzione di come si è arrivati alla situazione odierna. Tribuna Libera continuerà a parlarne, dando anche spazio a chi vorrà intervenire argomentando. L'email è :





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