Sabato mattina si terrà la manifestazione a Ceglie per “salvare l’ospedale” in vista della chiusura annunciata. Iniziativa importante su un tema importante. Sono state raccolte molte firme (circa 11mila).
Nella lettera-invito del sindaco, pubblicata sul sito del Comune, leggiamo che “purtroppo il nostro paese non ha santi in paradiso, nessun concittadino che difenda il nostro campanile in Consiglio regionale”.
Eppure nei giorni scorsi c’era una notizia che, stranamente, non c'è capitato fino a questo momento di leggere perlomeno nella "blogosfera", nonostante sull’argomento ospedale si stia discutendo tantissimo tra comunicati e prese di posizione varie.
Pare che qualcuno in Consiglio regionale, pur non essendo cegliese, si stia occupando concretamente del problema che riguarda la nostra città. Ed è un tentativo portato avanti, strano a dirsi visto l’immobilismo troppo spesso di quel partito da Roma a Ceglie, dai consiglieri regionali del Partito Democratico.
Non ne sta stranamente parlando molto. Oggi noi ne parliamo. Se non altro per avere un quadro dell’informazione più completo.
Dunque, sono state presentate dal PD alcune modifiche di un certo peso che in qualche modo “salverebbero” il nostro ospedale. E’ giusto che se ne parli, se davvero la si considera una battaglia trasversale oltre le singole beghe partitiche o di simpatie politiche personali.
Riporto un comunicato (del 17 gennaio) sugli emendamenti al Piano che è possibile leggere su vari siti internet, tra cui innanzitutto il sito del Consiglio regionale. Leggiamo la parte che interessa l'ospedale di Ceglie:
Oggi nella III^ Commissione (Sanità) del Consiglio Regionale della Puglia si è aperta la fase di esame consiliare del Piano di Rientro.
Alla III^ Commissione spetta il compito di esprimere il parere sul Regolamento varato dalla Giunta adottato in attuazione del "Piano di Rientro del disavanzo sanitario" sottoscritto tra Regione e Stato e che permetterà alla Puglia di incassare i 500 milioni di euro dal Fondo Sanitario Nazionale bloccati ormai da troppo tempo.
I lavori della Commissione non si chiudono oggi, ma ci saranno almeno tre settimane di tempo per definire altre variazioni al Piano di Rientro.
Stamattina sono state presentate già le prime modifiche al Piano di Rientro, firmatari i consiglieri regionali: Caracciolo, Decaro, Degennaro, Epifani, Maniglio, Marino, Mazzarano, Romano, che hanno previsto:
l’aggiunta di una lettera d) all’art. 4 comma 1° secondo cui
Lett. D) riconversione, in struttura intermedia (degenziale specialistica, lungodegenza, Hospice, RSA, DH, Day Service, riabilitazione specialistica) connessa funzionalmente ad Ospedali di I° e II° livello ed a poliambulatori distrettuali, degli stabilimenti dismessi di: Ceglie Messapica, Campi Salentina, Poggiardo, Gagliano del Capo, Massafra, Mottola, Monte Sant’Angelo, San Marco in Lamis, Torre Maggiore, Spinazzola, Bitonto e Cisternino>>
- l’aggiunta all’art. 4 comma 1 lett. C) dopo “immuno-mediate ed ambiente-correlate” aggiungere:
- Maglie: struttura sanitaria e socio sanitaria territoriale
- Minervino: struttura sanitaria e socio sanitaria territoriale
- l’aggiunta all’art. 4 comma 2
- l’aggiunta all’art. 4 dopo la lettera d) aggiungere:
E) assistenza emodializzati;
F) attività chirurgica ambulatoriale nei plessi provvisti di sale operatorie efficienti;
G) ambulatorio oncologico
H) Hospice
L’ottica è quella di salvare i servizi, per evitare che i cittadini si sentano privati del loro diritto alla salute.
Non è ancora detta, dunque, l’ultima parola.
Ci chiediamo soltanto: perché nessuno, perlomeno nella blogosfera, parla di tutto ciò?
Salvare l'ospedale: SI PUO'