F F Tribuna Libera: Onda su onda (elettromagnetica) a Ceglie

mercoledì 31 agosto 2011

Onda su onda (elettromagnetica) a Ceglie


Uno degli argomenti a mio parere più importanti discussi nel Consiglio comunale di ieri è stato quello sollevato dal consigliere Cataldo Rodio (e va a suo merito) in merito all’elevato numero di patologie oncologiche presenti nel nostro territorio. L’ordine del giorno presentato chiede di approfondirne le cause attraverso un’analisi che dell’Arpa a cui viene chiesto di installare alcune centraline mobili. Torneremo a breve anche su questo importante aspetto.Oggi vogliamo approfondire la seconda parte della richiesta del consigliere Rodio: cioè la richiesta di approvazione di un regolamento comunale riguardante i ripetitori di telefonia mobile (in Consiglio è stato spiegato che sarebbero una decina) e di quelli radiotelevisivi. Tratteremo più approfonditamente nei prossimi giorni i diversi aspetti della questione. Intanto oggi rincominciamo a parlarne.

Questo è stato un tema che fu sollevato da alcuni blog (TribunaLibera, AhiCeglie, Le Mie Radici e il Meet up di Beppe Grillo) nel 2009. CLICCA QUI


Questi blog, qualche mese dopo, riuscirono ad ottenere dal Consiglio comunale di allora l’approvazione di un ordine del giorno che aveva come obiettivo un regolamento e un piano di localizzazione degli impianti telefonici e radio-televisivi, uno dei quali (radio-televisivi) superava vistosamente – il doppio - i limiti di emissioni previsti alla legge. L’impegno non fu però mantenuto. Non ci fu nessuna proposta regolamentare né dalla Giunta, né dai consiglieri di sinistra, né di destra (essendo l’iniziativa regolamentare anche dei singoli consiglieri comunali). Da nessuno, quindi.

Il problema si ripresentò nel 2010, quando comparve il cantiere di una nuova antenna di telefonia mobile a pochi metri dalla scuola elementare “De Amicis”. Era "nascosta" in un simil-camino. (alto 8 metri).



Di nuovo i blog si mobilitarono (e se ne aggiunsero anche altri). Anche i cittadini di quel quartiere protestarono fortemente ma la nuova Amministrazione, da poco entrata in carica, sostanzialmente ribadì che non poteva impedire quella installazione e che comunque tutto era stato fatto in regola. Leggi l'articolo del Quotidiano

Non si poteva fare nulla per impedirne l'installazione proprio perchè non c'era una regolamentazione e una programmazione. Furono di nuovo promesse ma, ad oggi, non se n'è ancora vista traccia. Di nuovo il silenzio. Fino a qualche ora fa.

E allora credo che sia il momento in cui almeno i blog riprendano seriamente questa battaglia. Per cui ci sarà il sostegno di questo blog (ma sono certo ci sarà anche quello degli altri blog) alla proposta elaborata ieri dal Consiglio comunale.


E intanto ...

A proposito dell'antenna nella zona "Machiavelli", leggemmo su un blog, nell'ottobre scorso, che quell'antenna sarebbe stata "smantellata". In realtà, come è possibile vedere dalla foto scattata alcuni giorni fa, quell'antenna è ancora lì.



Tra qualche settimana riapriranno le scuole, compresa la scuola elementare "De Amicis". E a questo punto è giusto che a noi cittadini venga ufficialmente comunicato se quell'antenna, distante un tiro di schioppo, è attiva o meno. Vorremmo cioè sapere se, per un intero anno scolastico, i bambini (senza dimenticare i residenti della zona) siano stati fino ad oggi sottoposti alla vicinanza di onde elettromagnetiche (per quanto siano, come comunicato dal sindaco, rientranti nei limiti previsti dalla normativa nazionale). Ma sempre onde sono. E costanti. E, rebus sic stantibus, continueranno ad essere emesse anche in questo nuovo anno scolastico e oltre.

Tra l’altro, in linea d'aria a poche decine di metri da quella zona, si erge da anni un'altra antenna di un diverso operatore di telefonia mobile, a pochi passi di distanza a sua volta da ben due scuole materne private.


PIC_0686 PIC_0688


Anche in questo caso, da cittadini, vorremmo sapere: è attiva anche quell’antenna? Se così fosse, gli abitanti di quella zona sarebbero avvolti da campi elettromagnetici presumibilmente ancora più massicci dati dalla sommatoria delle emissioni dei due impianti.


A tal proposito ripropongo un brano di un articolo tratto dal sito della rivista “Prevenzione tumori”, periodico di informazione scientifica per la prevenzione medico-oncologica a cura dell’ANPO (Associazione Nazionale Prevenzione Oncologica):


Gli effetti a lungo termine sulla salute sono più difficili da determinare, proprio perché la ricerca in questo campo è stata avviata solo recentemente. La scienza non ha ancora stabilito con certezza se esiste un legame diretto fra l’esposizione prolungata ai campi elettromagnetici e l’insorgenza di forme tumorali: diverse ricerche effettuate in tutto il mondo hanno però evidenziato il probabile nesso di causa ed effetto, registrando un aumento dei casi di cancro per esposizioni protratte e in particolare l’incremento di forme leucemiche infantili (i bambini assorbono infatti l’energia generata dai campi magnetici con più facilità, a causa della loro massa fisica ridotta). Leggi tutto


Se da un lato quindi nessuno vuole fare allarmismo, dall’altro è doverosa la massima attenzione anche a questi studi che non ci tranquillizzano di certo. E’ opportuna ed urgente quindi una regolamentazione certa che ponga fine ad “antenna selvaggia” per cui di tanto in tanto vediamo spuntare una nuova antenna senza che nessuno possa sollevare alcun rilievo alla cosa, né impedirne l’installazione in certe zone “delicate” (quali vicinanza di scuole o altri siti “sensibili” come in questi casi).

Lo ripetiamo, Nessuno di noi è contrario all'installazione di antenne (tutti usiamo il telefonino) però ciò deve avvenire nell'ambito di una programmazione che il Comune deve fare per dare certezza ai cittadini sulla loro salute. Non è possibile continuare il far west. Perché la salute dei cittadini è un diritto e non è né di destra, né di centro, né di sinistra.

E nella programmazione vengano coinvolti tutti: i cittadini, le associazioni, i gestori di telefonia mobile. Un esempio di questo approccio partecipato e condiviso è quello che si è riusciti a fare a Bologna, caso riportato nel video che ripropongo allegato qui sotto. Anche un piccolo Comune come il nostro può farlo.


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Continueremo a parlarne nei prossimi giorni. Sperando che l’impegno delle istituzioni e l’attenzione sull’argomento non vengano nuovamente meno.


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