A proposito delle prossime elezioni comunali a Brindisi, prosegue il dibattito politico. Al centro di questo c'è il futuro del Laboratorio Ferrarese, l'alleanza inedita che nel 2009, mettendo insieme PD, liste di centro, socialisti e Io Sud (che oggi non è rappresentato in Consiglio provinciale e che ha scelto un'altra strada a livello nazionale) portò Massimo Ferrarese alla vittoria elettorale e alla guida della Provincia di Brindisi. Laboratorio che oggi dimostra segni di difficoltà nell'allargarsi.
Il segretario provinciale dell'UDC Ciro Argese chiude ad ipotesi di alleanze con l'ala sinistra o comunque con altri partiti che non fanno parte del Laboratorio. Lo leggiamo su SenzaColonne (clicca qui e vai a pag. 8)
E INTANTO SPUNTA UN NUOVO LABORATORIO
Sarebbe costituito da Puglia per Vendola (guidata dal consigliere regionale Giovanni Brigante), Sel, movimenti (soprattutto ambientalisti) e Italia dei Valori.
A guidarlo potrebbe essere chiamato l'ex sindaco di Brindisi ed ex presidente della Provincia Michele Errico.
“Sulla carta, una coalizione formata da Sviluppo e Lavoro, Sel, Italia dei Valori, movimenti, e con l’opinione pubblica ambientalista che Michele Errico potrebbe calamitare, avrebbe buone chance per andare al ballottaggio e non farebbe dormire sonni tranquilli ai settori del Pd che hanno voluto la rottura del centrosinistra (e neppure all’Udc e al movimento di Ferrarese). Dovrebbe giungere da Bari, a questo punto, l’indicazione”. Leggi tutto
Chi comunque esce sconfitto da tutta la vicenda non può che essere il Partito Democratico.
Il suo candidato ufficiale, il parlamentare Giovanni Carbonella, ha dovuto rinunciare alla candidatura a sindaco di Brindisi per i veti incrociati degli alleati. E il PD è ormai costretto a barcamenarsi tra le richieste dei possibili alleati di sinistra e quelli centristi, trascinato un po' da una parte e un po' dall'altra. Senza più una sua identità definita. Qualunque orientamento prevarrà, il PD non potrà che subirlo senza esserne vero protagonista.
Per un partito nato nel 2007 con l'aspirazione, in chiave maggioritaria, di assumere un ruolo di guida di un nuovo polo di “attrazione”, che doveva mettere insieme moderati e gruppi progressisti, è l'ennesima certificazione di quanto la sua attuale classe dirigente sia stata ed è inadatta a rappresentare e guidare quel soggetto politico. In soggetto politico a cui all'inizio in tanti - da posizioni moderate o di sinistra - hanno aderito e creduto, salvo poi allontanarsene dopo essersi resi conto che di quella nuova e fresca realtà politica si erano riappropriati i soliti e consumati politici della nomenclatura. E l'assurdo è che sono e resteranno ancora lì. Anche perchè le primarie le hanno ormai archiviate.
Contenti loro...