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martedì 18 febbraio 2020

Buon compleanno a noi Messapici





Foto (1890): archivio Michele Ciracì





Nella giornata di oggi, 18 febbraio, di 156 anni fa Ceglie assumeva la denominazione aggiuntiva di "Messapico" (eravamo un paese della provincia di Lecce).

Tommaso Argentiero ha postato l'atto prefettizio del 1864.












Tribuna Libera

domenica 31 marzo 2019

Presentazione del libro sui cegliesi che hanno lasciato un segno







Sarà presentato Domenica prossima, alle 18.30 presso l'Auditorium del Conservatorio, il volume "Patria Decor Oggiscritto a quattro mani da Michele Ciracì e Nicola Santoro. 

Interverrà il prof. Antonio Mastrolia, dell'Università degli Studi del Salento.









Il volume amplia e integra il precedente omonimo lavoro "Patriae Decor" del 1993 - che aveva al centro figure singolari e personaggi illustri della plurisecolare storia della nostra Ceglie - inserendo altre importanti figure di cittadini cegliesi e di benemeriti “non-cegliesi”, che hanno voluto donare parte della propria vita e opera alla nostra comunità.







Un appuntamento da non perdere assolutamente.




E' possibile prenotare il volume. Per farlo potete inviare la scheda che trovate linkata qui sotto al seguente indirizzo Michele Ciracì - via Principalli, 4 - 72013 Ceglie Messapica (Br), oppure confermare telefonicamente al cell. 338-7225497 o alla seguente mail: ciracimichele@libero.it.





Tribuna Libera

martedì 12 marzo 2019

I personaggi che hanno lasciato una traccia a Ceglie Messapica




Nel 1993, lo storico e commendatore  della Repubblica Michele Ciracì dava alle stampe il volume “Patriae Decor”, promosso dal CRSEC/31 della Regione Puglia e che aveva l’intento di presentare per la prima volta in maniera sistematica figure singolari e personaggi illustri della plurisecolare storia della nostra Ceglie.



Quella pubblicazione, a distanza di un quarto di secolo, dopo ulteriori ricerche su diversi aspetti legati a quei nomi, oggi si arricchisce, avendo a disposizione notizie più aggiornate e molti dati nuovi, frutto di faticose ricerche. 




Ora il nuovo volume, scritto a quattro mani da Michele Ciracì e Nicola Santoro (insieme in foto sopra) si propone di ampliare e integrare quel lontano lavoro inserendo altre importanti figure di cittadini cegliesi e di benemeriti “non-cegliesi”, che hanno voluto donare parte della propria vita e opera alla nostra comunità.









Il volume sarà presentato a breve alla città. Quella che potete in anteprima vedere qui sopra è la copertina. A breve sapremo i particolari sulla data e le modalità dell’evento.




Nel frattempo è possibile prenotare il volume. Per farlo potete inviare la scheda che trovate linkata qui sotto al seguente indirizzo Michele Ciracì - via Principalli, 4 - 72013 Ceglie Messapica (Br), oppure confermare telefonicamente al cell. 338-7225497 o alla seguente mail: ciracimichele@libero.it






per scaricare la cedola da inviare per effettuare l'ordinazione del libro.




Tribuna Libera

giovedì 6 dicembre 2018

Un quarto di secolo fa, a Ceglie Messapica






Una data importante per la storia politica cegliese.


Fu 25 anni fa, il 5 dicembre 1993, che Ceglie ebbe il primo sindaco eletto direttamente dai cittadini, a seguito della modifica della legge elettorale. 



Una svolta storica anche perchè per la prima volta, dopo decenni di schiacciante maggioranza sostanzialmente moderata a guida democristiana, Ceglie sceglieva al ballottaggio un sindaco di sinistra radicale: il prof. Pietro Mita (in foto). Di lì a poche settimane sarebbe nata la cosiddetta Seconda Repubblica, con la discesa in campo di Berlusconi e tutto quello che ne è seguito.




Il Convento dei Domenicani, vecchia sede del Comune (foto: Ciccio Salonna)


Al primo turno, svoltosi il 21 novembre, il quadro politico appariva estremamente scomposto e variegato: ben 7 erano i candidati sindaco. La Democrazia Cristiana (che ricomprendeva nella sua lista anche alcuni esponenti socialisti e socialdemocratici) presentò il geom. Enzo Galetta. A sinistra della DC, nacque “Alternativa per Ceglie” (una lista civica di area cattolica guidata dal dott. Antonio Suma), mentre il Pds candidava il prof. Ionino Pompilio e Rifondazione Comunista il prof. Mita, allora deputato.

Il Msi era rappresentato dalla candidatura a primo cittadino di Mario Allegretti. Completavano la serie, la candidatura di Nicola Ciracì con la lista Rinnovamento socialista (che metteva assieme l'area più a sinistra del Psi che non aveva voluto l'accordo con la Dc) e Giovanni Gioia alla guida della lista “Popolari per la riforma” di Mario Segni.

Vincitori del primo turno furono Enzo Galetta (con poco più del 20%) e il prof. Pietro Mita, con qualche decimale in meno. Pds e Alternativa per Ceglie si apparentarono con Rifondazione per il ballottaggio a sostegno di Mita. Lo stesso Rinnovamento Socialista diede indicazione di voto per il candidato di Rifondazione, pur senza apparentamenti. Il 5 dicembre del '93 il ballottaggio fu vinto dal candidato di sinistra con oltre il 60% dei voti. Pietro Mita diventava così il primo sindaco eletto direttamente dai cegliesi.


La sua amministrazione cadde alla fine dell'anno successivo per contrasti interni tra le componenti della maggioranza, si andò a nuove elezioni nella primavera del '95. Nel frattempo la politica italiana era cambiata: era nato il centrodestra (con Forza Italia, An e Ccd), Popolari e Pds “si studiavano” in attesa di far nascere l'Ulivo. Questa volta Rifondazione si presentò da sola sconfiggendo il candidato dell'allora Polo della Libertà e conquistando una maggioranza bulgara in Consiglio comunale. Ma questa è un'altra storia.




Un momento video della diretta del confronto tra i sette candidati sindaco andata in onda su Telemessapia di Rocco Monaco.




Altri pezzi della trasmissione li trovate sul mio profilo Youtube.






Tribuna Libera

lunedì 27 agosto 2018

I grandi sarti cegliesi











di Adele Galetta




La tradizione sartoriale cegliese, soprattutto maschile, è documentata sin dal Seicento e diviene importante e conosciuta oltre i confini cittadini, nella seconda metà dell’Ottocento, grazie ai Maestri Giuseppe Bottone, Domenico Faggiano e Francesco Barletta che si trasferirono a Napoli, l’allora capitale della sartoria nazionale, ad imparare e far proprie le novità del campo. 


La svolta avvenne agli inizi del Novecento con il fiorire nella città messapica di decine di botteghe sartoriali, a conduzione familiare, nelle quali lavoravano, fianco a fianco, il maestro, gli operai e gli apprendisti: si ricorda quella del Maestro Francesco Pascariello, in Largo Osanna 38, tappa fondamentale dell’evoluzione sartoriale della città, per aver portato le innovazioni provenienti dai continui viaggi a Napoli e Milano. 

Ma la più importante e nota sartoria cegliese dell’intero secolo è stata, sicuramente, quella del cav. Vittorio Maggiore. Artigiano eccellente, giovanissimo si trasferisce a Napoli presso la famosa sartoria De Nicola, dove, in breve tempo, divenne primo lavorante e tagliatore specializzato. 

Ma l’improvvisa morte del padre lo costrinse a ritornare a Ceglie Messapica da dove, poco dopo, partì per prendere parte alla Prima Guerra Mondiale. Tornato, aprì la sua bottega, prima in vico IV Nannavecchia e poi in via Dante, 30 da dove sono passati tanti clienti: politici, magistrati, alta borghesia. Grazie a sue sollecitazioni, inoltre, il Sen. Gaspare Pignatelli, suo cliente e Sottosegretario all’Artigianato, presentò una proposta di Legge sull’Apprendistato, diventata poi Legge nel 1955. 

Spiccata era la sua capacità di dare “eleganza” a qualsiasi corpo e nel cucire, con raffinatezza qualsiasi tipo di abito. Dalla sua bottega, come dalle tante botteghe cegliesi, sono usciti numerosissimi straordinari sarti che hanno fatto la fortuna delle più grandi sartorie italiane, tra i quali ricordiamo Francesco Gallone, Rocco Maggi, Erminio Vitale, Rocco Carrone

Grandi Maestri che hanno reso grandi, formandosi a loro volta, le sartorie meneghine come Caraceni (dove si serve Silvio Berlusconi), Scalmani, Vuggi, Carraro e tante altre. Anche la moda estera ha goduto della professionalità e bravura di sarti cegliesi: Angelo Faggiano, ad esempio, allievo di Vittorio Maggiore, da 45 vive a #Parigi dove ha prestato servizio presso la maison Pierre Cardin Paris, mentre Antonio Vitale, deceduto lo scorso anno, inventore di un modello di pantalone con due sole cuciture, aprì a Parigi, sull’Avenue des Champs-Élysées, una grande casa di moda. 

Dagli anni Cinquanta ai primi anni Ottanta, Ceglie Messapica ha visto nascere e lavorare con successo, decine e decine di botteghe sartoriali artigianali, fino all’arrivo della sartoria industriale, il cui lavoro copriva, prevalentemente, il mercato con i grandi marchi internazionali. 

Questi laboratori, purtroppo, hanno chiuso alcuni anni fa e, oggi, il confezionamento “su misura” degli abiti maschili è un privilegio nelle mani dei Maestri Giuseppe Rodio e Mario Laneve. Quest’ultimo, insieme al cognato Carmelo Lenoci, sono tra i sarti che lo stilista Kean Etro volle omaggiare in occasione della sfilata di moda che si tenne a Milano tre anni fa. 

Infine, da ultimo, non per importanza, anche la tradizione sartoriale femminile cegliese ha formato decine di sarte, grazie alle sorelle Vittoria e Immacolata Maggiore, maestre di decine di sarte cegliesi e dei paesi vicini, alle quali si rivolgevano le Famiglie più facoltose provenienti da tutte le città della Puglia.



Tribuna Libera

giovedì 18 gennaio 2018

Trentesimo anniversario





Sulla pagina Facebook CeglieStoria Michele Ciracì oggi ricorda un importante anniversario: 



"Il 18 gennaio 1988 muore a Torino lo scienziato Cataldo Agostinelli, nato nella nostra città il 16 dicembre 1894. Agostinelli è senza dubbio la più importante personalità della nostra comunità. 

Elencare tutte le sue ricerche e le centinaia di pubblicazioni che portano la sua firma richiederebbe decine di pagine di Ceglie Storia.

Agostinelli ha conservato fino alla sua morte un forte legame con la sua città di nascita e ogni anno durante le sue vacanze estive si premurava di recarsi in Comune per depositare un milione di lire per l'acquisto di libri da destinare alla biblioteca comunale, quella biblioteca che dopo la sua morte conserva i suoi scritti.

Un forte legame con Ceglie, come ebbe a testimoniare nella cerimonia organizzata dall'Università e dal Comune di Torino in occasione dei suoi 90 anni, alla quale ero presente.

Ho avuto il privilegio e l'onore di essergli amico e di scambiare con lui una fitta corrispondenza che conservo gelosamente.

Anche quest'anno nel sontuoso Palazzo Orsini il Presidente della Repubblica, in occasione dell'adunanza della chiusura dell'anno accademico dell'Accademia dei Lincei ha consegnato il Premio "Cataldo e Angiola Agostinelli". 




Ho avuto il privilegio di assistere alla cerimonia di consegna dei prestigiosi riconoscimenti.

Dalle pagine del mensile "Ceglie Plurale" a più riprese ho scritto del professore Agostinelli e avanzato proposte per ricordarlo degnamente, ma sappiamo che la gratitudine è cosa rara nella nostra comunità. 

Ho evidenziato negli anni passati, attraverso interventi sulla stampa locale e provinciale, la mancanza nella nostra città di un monumento o una targa che ricordi Cataldo Agostinelli.

Mi farò parte diligente affinchè sulla facciata della casa di nascita di Cataldo Agostinelli venga apposta una lapide ricordo".



Michele Ciracì



Tribuna Libera

martedì 5 dicembre 2017

In ricordo del Maestro Vitale





Di Michele Ciracì




"In questo 2017 ricorrono i 40 anni della scomparsa del Maestro Vito Vitale, avvenuta il 25 ottobre 1977. A distanza di così tanto tempo è ancora doloroso ricordare quella serata durante l’esibizione alla direzione del "Gran Concerto Bandistico Città di Ceglie Messapica" nel Cinema-Teatro "Francesco Argentiero".


Conoscendo le sue non già buone condizioni di salute, più volte fu sconsigliato di dirigere quella faticosa serata. Ma fu tutto inutile! Forse il destino doveva fare il suo corso. Comunque, finì i suoi giorni come forse più desiderava: con la bacchetta in mano, attorniato dagli amici di sempre e dai dei suoi allievi, in compagnia della musica.

Come tanti ragazzi della sua età (Vito Vitale era nato nel 1915), egli aveva iniziato lo studio della musica alla scuola del maestro Vincenzo Chirico.

Mancando allora a Ceglie le scuole superiori, dopo le elementari fu avviato alla bottega di sarto “a imparare il mestiere” e, nello stesso tempo, seguiva le lezioni di musica, prediligendo lo studio del clarino. Dimostrò subito le sue qualità come suonatore di questo difficile strumento.

Ai suoi genitori fu consigliato di fargli proseguire gli studi musicali presso il Conservatorio di Musica "Tito Schipa" di Lecce, dove ebbe come compagno di studi Rocco Elia, che successivamente si affermerà come valente direttore d’orchestra.

Si diplomò in Teoria e Solfeggio e successivamente in Strumentazione per Banda presso il Conservatorio “N. Piccinni” di Bari diretto dal maestro Nino Rota.

Docente di musica nella locale Scuola Media "Giovanni Pascoli" a partire dagli anni ‘60 e nell’Istituto Musicale Pareggiato di Ceglie fin dai suoi albori, è stato soprattutto il maestro di tanti ragazzi che sotto la sua guida furono avviati allo studio della musica.

Fu un ottimo direttore di famose bande di giro: quella di Ceglie, Carosino. Cisternino, Castellaneta e quella del Villaggio del Fanciullo di Ostuni con cui si esibì negli anni ’50 in Vaticano alla presenza del Papa Pio XII.

Compositore prolifico, ha scritto molte marce e poemi sinfonici. Tutto il suo lascito è conservato presso il Centro di Documentazione “M. Ciracì” di Ceglie Messapica, ed è stato inventariato e catalogato da Nicola Santoro, a disposizione degli studiosi.

Il prezioso repertorio è stato adoperato per anni e anni nelle stagioni musicali, trascritto di proprio pugno con abilità tecnica e pulizia di notazione.

Questo nostro ricordo non è esaustivo alla totale conoscenza a beneficio delle nuove generazioni questo valido musicista, ma solo un piccolo e doveroso contributo di affetto e riconoscenza verso una figura Maestro che seppe alimentare nei giovani di allora l’amore per la musica e il nostro patrimonio operistico.

L’abnegazione al lavoro, all’insegnamento e il suo amore per l’arte musicale in anni di difficoltà materiale molto forte, seppero rapire dalla strada tanti giovani e favorirono le qualità di tanti talenti che, coltivati nel giusto modo, hanno raggiunto con lo studio prestigiosi traguardi.

A quarant'anni dalla sua morte lo ricordiamo con nostalgia unita ad un rinnovato vigore, proponendolo a chi ancora non lo conosce".


Michele Ciracì



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